Per richiedere un prestito in banca basterà un’autocertificazione che conterrà solo sei informazioni. La novità è contenuta in un emendamento al decreto Imprese riformulato dai relatori e approvato giovedì dalle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera. Vengono così accolte le richieste di semplificazione e velocizzazione dei controlli bancari avanzate da tutti i gruppi parlamentari.
Il sistema dell’autocertificazione si utilizzerà per i prestiti alle aziende garantiti da Sace, ma anche per le richieste di finanziamento con garanzia del Fondo centrale Pmi e per le domande presentate da soggetti che svolgono attività professionale in forma associata o autonoma.
L’emendamento conferma gli obblighi imposti dalla legge sull’antiriciclaggio, ma precisa che “per la verifica degli elementi attestati dalla dichiarazione sostitutiva il soggetto che eroga il finanziamento non è tenuto a svolgere accertamenti ulteriori rispetto alla verifica formale di quanto dichiarato”.
L’autocertificazione sostituisce quindi l’atto di notorietà e dovrà essere allegata alla richiesta di finanziamento. Al suo interno, sarà necessario indicare le seguenti informazioni:
- che l’attività d’impresa è stata limitata o interrotta dall’emergenza coronavirus o dalle misure anti-contagio, prima delle quali sussisteva una condizione di continuità aziendale;
- che i dati dell’azienda forniti su richiesta della banca sono veritieri e completi;
- che il prestito garantito servirà per costi legati al personale, investimenti o capitale circolante impiegati in stabilimenti che si trovano in Italia;
- chi chiede il prestito afferma inoltre di sapere che i soldi saranno accreditati su un conto corrente dedicato, i cui dati sono devono essere indicati;
- che il titolare e rappresentante legale dell’azienda rispettano le norme antimafia e non hanno ricevuto condanne definitive negli ultimi cinque anni per reati fiscali.
La banca, una volta ricevuta l’autodichiarazione, la gira a Sace, società del gruppo Cdp che si occupa delle garanzie sui prestiti.
Per prevenire tentativi di infiltrazione mafiosa, sarà varato anche un protocollo d’intesa tra ministeri dell’Interno, dell’Economia e la stessa Sace.