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Il delitto Moro 42 anni fa, Mattarella: “Non dimenticare”

Il cadavere di Aldo Moro fu ritrovato nel cenetro di Roma il 9 maggio 1978 – Una stagione luttuosa da non dimenticare come avverte nel suo appello il Presidente della Repubblica

Il delitto Moro 42 anni fa, Mattarella: “Non dimenticare”

Oggi è il triste anniversario del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro: era il 9 maggio del 1978 quando il corpo del leader della Democrazia cristiana fu ritrovato nascosto in una Renault rossa parcheggiata a Roma in via Caetani, emblematicamente vicina sia a piazza del Gesù (dov’era la sede nazionale della Dc) sia a via delle Botteghe Oscure (dove era la sede nazionale del Partito Comunista Italiano). Una vicenda, quella del sequestro e dell’omicidio dell’ex presidente del Consiglio e promotore del cosiddetto compromesso storico, che avvenne per mano della Brigate Rosse ma che lascia ancora dubbi su una completa verità.

“Il 9 maggio è il giorno in cui Aldo Moro venne ucciso – è intervenuto così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, commemorando l’episodio terroristico -. La barbarie brigatista giunse allora all’apice dell’aggressione allo Stato democratico. Lo straziante supplizio a cui Moro venne sottoposto resterà una ferita insanabile nella nostra storia democratica. Respinta la minaccia terroristica, oggi ancor più sentiamo il dovere di liberare Moro e ogni altra vittima da un ricordo esclusivamente legato alle azioni criminali dei loro assassini. Nel riscoprire il pensiero, l’azione, gli insegnamenti di Moro e di tanti altri giusti che hanno pagato il prezzo della vita ritroveremo anche talune radici che possono essere preziose per affrontare il futuro”.

Nel giorno del ricordo del rapimento e dell’uccisione del presidente della Democrazia Cristiana e degli uomini della sua scorta parla anche il fratello dell’agente Raffaele Iozzino, Ciro: “Sono passati 42 anni e non si può dimenticare. E’ così ancora oggi e sarà così sempre, perché quando era qui mi sentivo sicuro e so che ci ha lasciati per proteggere un uomo politico di quelli che non esistono più, e con lui i suoi principi che lo avrebbero portato a diventare un eccellente presidente della Repubblica. E’ questa, pensandoci bene, la consolazione che mi lenisce una ferita profonda quasi mezzo secolo”.

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