Il Covid-19 non sopravviverà all’estate, quanto meno in Italia. A dirlo è la matematica. Secondo l’Ordine nazionale degli attuari, la categoria di esperti statistici in grado di elaborare previsioni e determinare l’andamento futuro di variabili (soprattutto demografiche ed economico-finanziarie), analizzando gli attuali trend del contagio e dei ricoveri è ipotizzabile che l’emergenza sanitaria (non di certo quella economica…) rientrerà già prima della fine dell’estate, intorno alla metà del mese di luglio, con il numero di ricoveri in terapia intensiva che tenderà allo zero già a partire dalla fine di maggio.
A due mesi dall’inizio dell’emergenza sanitaria e con il Paese che gradualmente esce dal lockdown, gli attuari offrono dunque il risultato della loro lettura statistico-attuariale del fenomeno Covid-19 come contributo costruttivo e supporto il più possibile razionale alla previsione di uno scenario di medio termine. Con una premessa: “Occorre essere consapevoli – si raccomanda la nota – che la certezza assoluta e l’omogeneità sui dati non sono scontate a priori, in particolare sul numero dei casi e sul numero dei decessi. Al momento i risultati sono questi, con l’auspicio che i comportamenti dei singoli e le misure di sicurezza possano evitare un ritorno dell’epidemia a livelli preoccupanti”.
Ecco alcuni dei dati più interessanti emersi:
– l’84% dei decessi per il Covid-19 riguarda persone dai 70 anni in su, oltre il 95% dai 60 in su. Maggiore incidenza dei decessi per gli uomini (circa il 65%) rispetto alle donne (circa il 35%). Dal punto di vista del numero di casi, invece, l’incidenza si ripartisce in misura quasi uguale tra maschi e femmine;
– L’incidenza del fenomeno è piuttosto limitata nel Centro-Sud;
– In Italia c’erano 4.100 persone in terapia intensiva un mese fa, oggi sono 1.300;
– Il fenomeno Coronavirus è mondiale, riguarda circa 180 Paesi;
– Fino a qualche giorno fa avevamo in Italia il 15% dei casi e il 25% dei decessi registrati nel mondo; 10 giorni fa erano l’8,5% e il 17,5%; oggi siamo al 6,1% e 12%. E’ presumibile un’ulteriore discesa nei prossimi giorni.
– Gli attuari ritengono che l’Italia, a parte Cina e Corea del Sud, sia il primo Paese ad aver effettivamente iniziato la discesa. Tutti gli altri, scontando ritardi di “intervento” tra i 7 e i 30/40 giorni, vivono un processo ancora ascendente, o in pochi casi, si trovano sul “picco”.
“Pur consapevoli che non basta l’analisi dei numeri a risolvere tutti i problemi legati all’emergenza sanitaria – ha commentato Giampaolo Crenca, Presidente del Consiglio Nazionale degli Attuari – intendiamo fornire una lettura attenta del fenomeno, seppur solo dal punto di vista dei numeri, affinché possa essere utile a chi deve prendere decisioni sia in ottica contingente che di prevenzione. Per questo siamo pronti a mettere le nostre competenze al servizio del Paese”.