Nulla di fatto all’Eurogruppo su Eurobond e Fondo salva-Stati (Mes). Dopo una video-riunione di 16 ore iniziata martedì pomeriggio e proseguita nella notte fra interruzioni e litigi, i ministri dell’Economia della zona euro non hanno prodotto alcun documento comune da affidare al Consiglio europeo. La riunione è aggiornata a giovedì, nella speranza che in queste ore i colloqui fra i tecnici riescano a trovare un compromesso in grado di salvare la faccia a tutti i Paesi.
Al momento, le uniche misure su cui c’è accordo sono l’intervento da 200 miliardi da parte della Bei e il fondo Sure da 100 miliardi per una sorta di cassa integrazione europea. Per il resto, gli schieramenti sono quelli di sempre, ma con un nuovo (e significativo) slittamento della Francia verso la Germania. Parigi e Berlino si sono infatti allineate su ogni aspetto. Secondo l’Ansa, i due ministri Le Maire e Scholz avevano raggiunto un accordo sul testo delle conclusioni, ma nella notte non sono riusciti a convincere i colleghi a firmarlo. La bozza franco-tedesca prevedeva la possibilità di un ricorso al Mes con condizionalità ultraleggere e un riferimento alla nascita di un nuovo Fondo di Solidarietà, la strada proposta da Emmanuel Macron per arrivare a un surrogato di Coronabond accettabile anche per il Fronte del Nord.
“Abbiamo parlato di un Recovery Fund da sviluppare – ha detto Scholz – e bisogna accordarsi sui criteri di organizzazione. Questo dovrà essere il lavoro delle prossime settimane e mesi”.
La posizione più intransigente continua a essere quella dell’Olanda. “Il Mes è prestatore di ultima istanza e secondo noi l’uso di questo fondo deve avvenire con una forma di condizioni. A causa della crisi attuale, dobbiamo fare un’eccezione e il Mes può essere usato senza condizioni per coprire i costi medici – scrive su twitter il ministro olandese delle Finanze, Wopke Hoekstra – Ma per un sostegno economico di lungo termine, credo sia sensato combinare l’uso del Mes con alcune condizioni economiche”.
Quanto agli Eurobond, Hoekstra ha scritto che “l’Olanda era e resta contraria, perché aumentano i rischi per l’Europa invece di ridurli. La maggior parte dei Paesi dell’eurozona sostiene questa linea”. La rigida posizione olandese è legata alla maggioranza risicatissima del governo Rutte e all’avvicinarsi delle prossime elezioni legislative.
Dall’altra parte della barricata c’è l’Italia. Conte ha chiesto al ministro Gualtieri di mantenere una linea rigida: Roma continua a rifiutare il Mes – a meno che le condizionalità non siano del tutto azzerate – e soprattutto continua a rifiutare qualsiasi bozza di compromesso in cui non si parli esplicitamente di obbligazioni comunitarie (Eurobond, Coronabond, European Recovery Bond e altro ancora).