L’Agenzia del Farmaco italiana (Aifa) avvierà una sperimentazione sul Favipiravir (nome commerciale: Avigan). Si tratta di un antivirale usato in Giappone dal 2014 contro l’influenza. Dai primi studi su campioni ancora molto limitati, sembra avere una qualche efficacia contro il coronavirus Covid-19, perlomeno quando i sintomi sono ancora lievi.
TUTTO È PARTITO DA UN VIDEO ONLINE
Negli ultimi giorni la fama dell’Avigan si è diffusa rapidamente online: non sulla base di riscontri scientifici, ma tramite il più classico dei passaparola da social network. Tutto è partito dal video di un farmacista romano che vive in Giappone, diventato virale in poche ore.
Non si tratta comunque di una bufala, perché della possibile efficacia dell’Avigan in funzione anti-Covid si parla anche in articoli di livello internazionale. Non c’è però alcuna certezza: si tratta solo di ipotesi ancora tutte da confermare. La stessa Aifa ha sottolineato che ci sono “scarse evidenze scientifiche sull’efficacia” dell’Avigan e che ad oggi “non esistono studi clinici pubblicati relativi all’efficacia e alla sicurezza del farmaco nel trattamento della malattia da Covid-19”.
AVIGAN: VIA IBERA ALLA SPERIMENTAZIONE IN ITALIA
Tuttavia, l’entusiasmo generato dal video online e le richieste arrivate dai governatori di Lombardia e Veneto, che si sono detti pronti ad avviare subito la sperimentazione, hanno aumentato la pressione sull’Agenzia del Farmaco. E così, lunedì è arrivato l’annuncio del ministro della Salute, Roberto Speranza:
“Il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini, mi ha comunicato che la riunione del Comitato Tecnico–Scientifico di questa mattina, dopo una prima analisi sui dati disponibili relativi ad Avigan, sta sviluppando un programma di sperimentazione e ricerca per valutare l’impatto del farmaco nelle fasi iniziali della malattia. Nei prossimi giorni i protocolli saranno resi operativi, come già avvenuto per le altre sperimentazioni in corso”.
L’annuncio è stato poi pubblicato sul sito dell’Aifa.
IL CONSIGLIO SUPERIORE DI SANITÀ INVITA ALLA CAUTELA
Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, ha invitato alla cautela:
“Un conto sono le opzioni da testare e validare, e ben vengano le sperimentazioni, altro è definire alcune opzioni terapeutiche come la soluzione di un problema così importante come Covid-19. Prima di arrivare a dire di aver trovato soluzioni definitive servono prove inconfutabili. Nel caso di questo farmaco specifico, a oggi non abbiamo evidenze precise e inconfutabili. Per questo raccomando cautela e prudenza per non ingenerare speranze che potrebbero restare deluse e frustrate”.
IL COMMENTO DEL VIROLOGO BURIONI
Ancora più tagliente il commento che il virologo Roberto Burioni ha affidato a Twitter:
I CHIARIMENTI DALL’AZIENDA CHE PRODUCE L’AVIGAN
Di fronte all’entusiasmo eccessivo che si è diffuso online, perfino l’azienda che produce l’Avigan, la Fujifilm Toyama Chemical, ha pubblicato una nota per chiarire che al momento il farmaco viene somministrato a pazienti con Covid-19 in Giappone per uno studio osservazionale condotto dalle istituzioni mediche. “Sappiamo anche che il Favipiravir (nome generico, ndr) è stato somministrato a pazienti Covid-19 in Cina – si legge nella nota – Fujifilm non ha svolto alcun ruolo nelle ricerche e non è quindi in grado di commentare questi risultati. Al momento non esistono prove scientifiche cliniche pubbliche che dimostrino l’efficacia e la sicurezza di Avigan contro Covid-19 nei pazienti. Per valutare la sua efficacia e sicurezza nei confronti di Covid-19, Fujifilm prevede di avviare uno studio clinico in Giappone”.
LE SPERIMENTAZIONI GIÀ AVVIATE DALL’AIFA
L’Agenzia del Farmaco italiana ha già attivato due sperimentazioni per cercare una cura efficace al Covid19. I test riguardano i farmaci a base di remdevisir e tocilizumab: la prima sostanza è antivirale, mentre la seconda è usata contro l’artrite reumatoide (prodotta da Roche, è stata autorizzata anche in Cina).
PARTITI GLI INCENTIVI
Invitalia, l’Agenzia per lo sviluppo, fa sapere che sono partiti i nuovi incentivi previsti dal Decreto #CuraItalia. Sono disponibili in tutto 50 milioni di euro per sostenere le aziende italiane che vogliono ampliare o riconvertire la propria attività per produrre ventilatori, mascherine, occhiali, camici e tute di sicurezza. Si tratta di risorse che, rientrando nel regime degli aiuti di Stato, sono state autorizzate in meno di 48 ore dalla Commissione europea.
Possono accedere agli incentivi le imprese di tutte le dimensioni, basta che realizzino un programma d’investimenti di valore compreso tra 200mila e 2 milioni di euro, che sarà agevolato fino al 75% con un prestito senza interessi (tasso zero). È previsto anche un sistema di premialità legato alla velocità d’intervento, che trasforma il mutuo in fondo perduto al 100% se si conclude l’investimento in 15 giorni; al 50% se si conclude in 30 giorni; al 25% se si conclude in 60 giorni. All’ammissione del progetto è previsto inoltre un anticipo immediato del 60% delle agevolazioni, concesse senza garanzie.