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Serie A nel caos, tutti contro tutti: Juve-Inter a quando?

Di fronte all’emergenza Coronavirus, il mondo del calcio sta dando uno spettacolo indegno – Non c’è solo il rischio di alterare il Campionato di Serie A ma di perdere la faccia – Quattro domande irrisolte

Serie A nel caos, tutti contro tutti: Juve-Inter a quando?

La Serie A è nel caos. Il rinvio di sei partite deciso dalla Lega Calcio (ieri sera si è aggiunta anche Sampdoria-Verona, nonostante il governatore della Liguria Toti avesse dato l’ok per le porte chiuse), tra cui spicca Juventus-Inter, ha innescato un vero e proprio vortice di polemiche, dal quale i vertici del pallone stanno faticosamente cercando di uscire.

Perché una cosa è certa: se la 26esima giornata, dal weekend appena trascorso, dovesse realmente slittare al 13 maggio (dunque tra la terzultima e la penultima) il campionato sarebbe falsato. Il punto qui non è a favore di chi, bensì capire che due mesi e mezzo sono troppi per poter garantire l’uniformità tra chi ha già giocato e chi lo deve ancora fare.

Il discorso non vale solo per la lotta scudetto ma per qualsiasi obiettivo, come dimostrato dalle dichiarazioni piccate di Liverani, Gattuso, Fonseca e Cellino, a cui non è proprio andata giù la seconda giornata consecutiva spaccata a metà. La madre di tutte le battaglie è però scattata su Juventus-Inter, con l’ad nerazzurro Marotta e i vertici della Lega Calcio a duellare a suon di interviste e dichiarazioni di fuoco.

Dopo l’attacco del dirigente interista di sabato, ieri è arrivata la replica del presidente di via Rosellini Dal Pino (“avevamo proposto il rinvio a questo lunedì, lui ha detto no: ora si assuma le sue responsabilità e non parli di campionato falsato o di sportività”), a cui Marotta, a sua volta, ha risposto per le rime (“l’idea di giocare questo lunedì era provocatoria e irricevibile”).

Ma al di là delle ragioni e degli interessi personali, è evidente che questa situazione vada risolta nell’interesse di tutti: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna infatti hanno prolungato le misure per contenere il virus fino a domenica 8 marzo, giorno di Verona-Napoli, Bologna-Juventus e, soprattutto, Inter-Sassuolo.

I nerazzurri hanno già due partite da recuperare di cui una, al momento, senza una data disponibile: pensare di saltarne una terza (Marotta ha escluso categoricamente di giocarla a porte chiuse) farebbe saltare definitivamente il banco, dunque il campionato. L’unico modo per rimettere a posto le cose (o quantomeno rattopparle) è giocare il Derby d’Italia il prima possibile, affinché gli animi si plachino e il calcio possa riprendere a far divertire la gente, elemento meno secondario di quanto si possa pensare a prima vista.

Troveremo una soluzione migliore entro una settimana” ha promesso il presidente del Coni Malagò, anche se, con ogni probabilità, non sarà quella invocata dal Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. “Si potrebbero rinviare le semifinali di Coppa Italia di questa settimana e recuperare subito le partite – la sua proposta. – Voglio però precisare che è la Lega Calcio a decidere in autonomia, noi abbiamo solo detto due cose: o si giocava a porte chiuse o si rinviava…”.

L’idea, caldeggiata anche dal Napoli e accettata sia da Milan e Juve (le tre impegnate in Coppa), ha però trovato l’opposizione dell’Inter, tutt’altro che felice all’idea di una partita sì a porte aperte, ma solo per i residenti in Piemonte. Giocare dopodomani, infatti, non permetterebbe la presenza di tifosi lombardi, anche se è giusto ricordare che ieri, in quel di Lecce, c’erano diversi bergamaschi ad ammirare la loro Atalanta.

La “soluzione” a cui stanno pensando in Lega è un’altra e prevede il recupero della 26esima nel prossimo weekend, con Juventus-Inter lunedì 9 (dunque a misure, si spera, finite) e la 27esima slittata all’ormai famoso 13 maggio: in questo modo, pur alterando il calendario, si giocherebbe la sfida scudetto. La decisione non dovrebbe arrivare prima di mercoledì, quando in via Rosellini si terrà un’assemblea di Lega straordinaria che si preannuncia infuocata come non accadeva da anni.

In attesa di ciò, restano alcune domande che non trovano risposte.

1) Perché non si è deciso fin da subito per il rinvio dell’intera giornata, evitando così di alterare ulteriormente una classifica già sfasata dallo scorso weekend?

2) Possibile che, con una settimana di tempo per valutare, si sia arrivati a sabato mattina per rinviare alcune partite?

3) Sarà poi vero che uno Juve-Inter a porte chiuse avrebbe danneggiato l’immagine dell’Italia più di questo caos?

4) Se nemmeno un’emergenza sanitaria di questo tipo riesce a mettere da parte gli interessi personali, cos’altro può farlo?

In tutto ciò ieri si sono giocate due partite, e che partite! Lecce-Atalanta e Cagliari-Roma hanno offerto ben 16 gol complessivi, 9 al Via del Mare nell’ennesima goleada bergamasca (7-2 con tripletta di Zapata) e 7 alla Sardegna Arena nel pirotecnico 4-3 con cui i giallorossi di Fonseca si sono presi i 3 punti (doppietta di Kalinic). Risultati che lasciano invariata la corsa Champions (almeno quella!), ma che soprattutto ci ricordano il vero scopo del calcio: divertire i tifosi. Non si tratta di retorica, solo di un’amara considerazione: l’occasione di offrire qualche ora di svago a chi, in un modo o nell’altro, sta vivendo una situazione di emergenza, si è invece trasformata nel più clamoroso degli autogol.

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