Mercati europei nervosi e incerti, con le vendite che accelerano verso la chiusura al traino di Wall Street. Dopo i record di ieri, la piazza di New York appare particolarmente volatile: parte male, gira al rialzo e poi torna ampiamente in negativo. Fra le ragioni d’incertezza torna l’epidemia partita dalla Cina, che dà segnali di rallentamento nel celeste impero, ma comincia a espandersi al di fuori di quei confini. Il superindice americano dell’economia risulta migliore delle stime, me la Federal Reserve, nelle minute pubblicate ieri, osserva che il coronavirus è uno dei nuovi rischi all’outlook, mentre dai verbali della Bce emerge la volontà del direttorio di mantenere i tassi in negativo per sostenere l’area. Intanto non c’è accordo fra i leader europei sul bilancio della zona euro. In questo contesto continua a correre l’oro, al momento scambiato a 1625,45 dollari l’oncia. Sale il petrolio, incoraggiato da un rialzo delle scorte settimanali Usa inferiore alle attese: Brent +0,46%, 59,38 dollari al barile. Il dollaro resta sugli scudi e l’euro scambia a 1,079.
Così, al termine della seduta: Francoforte -0,9%, Parigi -0,8%, Madrid -1,49%, Londra -0,32%.
Piazza Affari è la peggiore, -1,56%, ma resta oltre i 25mila punti (25.080). Sono in fibrillazione le banche. Rialza la testa Bper, +1,62%, sotto pressione nei giorni scorsi per la decisione di aumentare il capitale con l’intento di acquistare 400-500 sportelli nel caso l’Ops di Intesa (-2,05%) su Ubi (-2,15%) andasse a buon fine. L’operazione lanciata da Carlo Messina però ha incontrato oggi un primo ostacolo: offerta ostile e inaccettabile, sostiene il patto di consultazione cui aderisce il 17,8% del capitale sociale di Ubi. Se il tentativo fosse quello di alzare la posta l’ad di Intesa lo stoppa sul nascere: “ci sono zero probabilità di aumentare il prezzo dell’offerta”.
In questo stallo una parte degli investitori ha deciso di andare all’incasso sui titoli del credito. Il peggiore è Unicredit -2,93%.
Nel resto del listino: soffrono Diasorin -2,97%; Nexi -2,87%; Recordati -2,75%.
Atlantia, -2,73%, chiude negativa ma risale dai minimi toccato a seguito dell’approvazione del decreto Milleproroghe ieri alla Camera. Un passo che avvicina la possibile revoca delle concessioni da parte del governo. Da Bruxelles però il premier Giuseppe Conte invita i vertici a farsi avanti: “Il governo – dice – sta conducendo questa procedura di revoca, è interesse della controparte, di Autostrade, eventualmente fare una proposta transattiva che il governo avrebbe addirittura il dovere di valutare”.
Gli acquisti premiano Tenaris +3,7%, nonostante i conti negativi; Saipem +1,11%; Fca +0,07%%.
Lo spread ritocca al rialzo: 137 punti base (+1,66%); il rendimento del decennale italiano è 0,93%