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Pirelli, Piano 2022: crescita +3% annuo, stretta sui costi

Marco Tronchetti Provera ha presentato il nuovo Piano industriale e le strategie – Investimenti a 900 milioni, in calo per sostenere una maggiore liquidità di cassa – Confermato il posizionamento nel mercato High Value – Pay out al 40% – Nel 2019 cala l’indebitamento – Il titolo corre

Pirelli, Piano 2022: crescita +3% annuo, stretta sui costi

Investimenti per 900 milioni di euro focalizzati sullo sviluppo tecnologico, taglio dei costi per 510 milioni e crescita annua dei ricavi pari al 3%. Questi i pilastri del nuovo piano industriale 2020-2022 presentato mercoledì da Pirelli che conferma la visione strategica sul segmento High Value, destinato ad acquisire sempre maggior peso: a fine periodo rappresenterà il 73% dei ricavi dal 67% circa del 2019. Pay out pure confermato al 40%.

Il dato sugli investimenti è in calo rispetto al triennio precedente (1,3 miliardi) per sostenere, spiega il gruppo che presenta le nuove strategie industriali a Milano, una maggiore liquidità di cassa rispetto al precedente triennio.

Nel nuovo piano, Pirelli conferma la centralità del segmento high value, in cui prevede un tasso di crescita medio annuo dei volumi pari a circa il 9%, contro il 6% della media del mercato.

Il gruppo punta a una generazione di cassa per circa 1,5 miliardi. Quanto ai ricavi, l’obiettivo è arrivare a 5,8 miliardi di euro a fine piano, con una crescita media di circa il 3% l’anno. Per il margine ebit adjusted si stima invece un aumento a 18-19% nel 2022, contro il 17,2% del 2019.

Anche per la posizione finanziaria netta è previsto un miglioramento: da -3,3 miliardi nel 2020 a -2,5 miliardi nel 2022.

Inoltre, il gruppo conferma la politica dei dividendi con pay-out pari al 40% dell’utile netto consolidato.

Un capitolo a sé è quello dell’innovazione e della sostenibilità. Il gruppo prevede un utilizzo crescente di materiali derivanti da fonti rinnovabili e riciclati, con l’obiettivo al 2025 di utilizzare per oltre il 40% materiali rinnovabili (oltre il 60% l’obiettivo al 2030) nelle nuove linee di prodotto. Il Piano spinge gli investimenti sulla mobilità sostenibile, in particolare sugli pneumatici destinati ai veicoli elettrici. Già oggi sono 74 le omologazioni ottenute da Pirelli che sta lavorando allo sviluppo di 286 progetti. Per la “carbon neutrality” la scadenza prevista è il 2030.

Il piano industriale 2020-2022 di Pirelli “è basato su un’interpretazione realistica a fronte del difficile attuale scenario”, motivo per cui la presentazione è stata ritardata proprio per avere una migliore visibilità del mercato e “per allineare la nostra strategia ad adattarsi a un contesto che cambia velocemente”. Lo ha detto l’amministratore delegato del gruppo, Marco Tronchetti Provera, presentando agli analisti il nuovo piano.

I NUMERI DEL 2019

Il Cda di Pielli ha approvato anche i conti del 2019, chiuso con ricavi per 5,323 miliardi, un risultato in crescita del 2,5% rispetto al 2018 e leggermente superiore rispetto al target di 5,3 miliardi.

L’ebit adjusted si è attestato a 917,3 milioni, con un margine al 17,2%, in linea con i target.

L’indebitamento, escludendo l’impatto del nuovo principio contabile Ifrs 16, è sceso per 3,024 miliardi, in miglioramento di 156 milioni di euro rispetto al 2018. Il rapporto fra la posizione finanziaria netta e l’ebitda adjusted ante costi di start up è pari a 2,42, anche in questo caso in linea con le attese.

Le spese in ricerca e sviluppo hanno raggiunto quota 232,5 milioni di euro nel 2019 (il 4,4% delle vendite), di cui 215,7 milioni destinati alle attività High Value (6,1% dei ricavi del segmento).

LE CONSEGUENZE DEL CORONAVIRUS

Pirelli fa sapere che due fabbriche su tre in Cina sono ferme a causa dell’epidemia di coronavirus. Il gruppo “ha da subito adottato misure di controllo e prevenzione nei confronti di tutti i dipendenti nel mondo – si legge nella nota – con attenzione particolare in Cina, dove tutti i lavoratori espatriati sono tornati ai paesi di origine con le proprie famiglie. L’operatività è sospesa in 2 delle 3 fabbriche che il gruppo conta in Cina, dove al momento opera a ritmo ridotto unicamente la fabbrica Car/Moto di Yanzhou”. Le conseguenze produttive – ha poi indicato Tronchetti Provera nel corso della presentazione agli analisti – evidenziano una perdita dell’80% dei volumi di vendita in Cina nel mese di febbraio e, complice il riavvio dell’attività di alcune case automobilistiche importanti, la stima su marzo è di -30%.

La Cina contribuisce per circa il 12% alle vendite totali di Pirelli. L’impatto previsto a livello di ebit adjusted nel primo trimestre 2020 è pari a circa 30 milioni, ma la perdita si dovrebbe riassorbire nel corso dell’anno. Qualora la crisi dovesse protrarsi, Pirelli aggiornerà le proprie stime con la presentazione dei dati del primo trimestre, a maggio.

A fine mattinata il titolo in Borsa di Pirelli guadagna oltre il 4%, mettendo a segno il miglior rialzo del Ftse Mib.

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