Il mondo dello sport, ma non solo, piange la morte di Kobe Bryant, uno dei più grandi giocatori di basket di tutti i tempi. Ma non solo. La tragedia è avvenuta domenica intorno alle 10 del mattino californiane, le 19 in Italia, quando l’elicottero privato di Bryant è caduto a Calabasas, nella contea di Los Angeles. Ancora da capire le dinamiche dell’incidente. Per ora si sa solo che il velivolo, dopo aver toccato terra, ha preso fuoco, uccidendo tutti i passeggeri: nove persone in tutto. Lo ha confermato il sindaco di Los Angeles, Eric Garcetti, durante una conferenza stampa. Purtroppo, a bordo c’era anche una delle quattro figlie di Kobe, Gianna Maria, detta “Gigi”, di appena 13 anni. Giocava anche lei a pallacanestro: stava andando con il padre agli allenamenti alla Mamba Academy di Thousand Oaks.
“The Black Mamba”: questo il soprannome che Bryant si attribuì nel 2004, dopo avere visto il film Kill Bill: Volume 2 di Quentin Tarantino, in cui questa specie di serpente viene descritta come una creatura ineluttabile. All’epoca Kobe aveva già vinto tre dei suoi cinque titoli Nba con i Lakers (2000, 2001 e 2002, in coppia con Shaquille O’Neil). Gli altri due sarebbero arrivati nel 2009 e nel 2010 (con un altro secondo violino, lo spagnolo Pau Gasol). Per quanto ci abbia provato, Bryant non è mai riuscito ad agguantare il titolo numero sei, che gli avrebbe permesso di raggiungere Michael Jordan e, forse, di poter finalmente essere ricordato come il più grande di tutti i tempi. In compenso, nel suo palmares figurano anche due ori olimpici, ottenuti con il dream team americano a Pechino 2008 e a Londra 2012.
Nel 2017 aveva perfino vinto un Oscar per il miglior cortometraggio di animazione con “Dear Basketball”, tratto dalla sua lettera di addio al gioco.
Pochi minuti dopo lo schianto dell’elicottero, la notizia della morte di Bryant si è diffusa in tutto il mondo e una folla (non solo di tifosi) si è raccolta davanti allo “Staples Center” di Los Angeles, il palazzetto dei Lakers, la squadra in cui Bryant ha giocato per vent’anni esatti (1996-2016). Una sola maglia per tutta la carriera.
Di seguito, riportiamo le reazioni dei principali protagonisti del mondo del basket Nba.