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La Borsa fallisce il rimbalzo, il rischio politico spinge lo spread

Ancora in rosso le principale Borse: Piazza affari perde lo 0,58% – Soffrono le banche mentre l’aumento dell’incertezza politica, dovuta soprattutto all’esito delle elezioni in Emilia, fa lievitare lo spread – In controtendenza Amplifon, Diasorin, Azimut e Moncler.

La Borsa fallisce il rimbalzo, il rischio politico spinge lo spread

Banche e petrolio mandano in rosso Piazza Affari, che chiude in calo dello 0,58% a 23.706 punti. Sale anche lo spread: 165 punti base, +0,75% con un rendimento del Btp decennale a 1,35%. Meglio di quanto accaduto in apertura però, quando il differenziale di rendimento con il decennale tedesco era schizzato a 170 punti, dopo le indiscrezioni sulle dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico dei 5stelle, in una settimana campale per il destino del governo, con le elezioni in Calabria ed Emilia-Romagna di domenica 26 gennaio. Vito Crimi, in qualità di componente anziano del comitato di garanzia, dovrebbe assumere la reggenza del Movimento.

Falliscono il rimbalzo anche Londra -0,52%; Parigi -0,58% e Madrid -0,4%. Francoforte perde lo 0,29%, dopo aver toccato in mattinata il massimo storico a 13.600 punti. Si rianima invece Wall Street dopo le perdite di ieri: S&P 500 e Nasdaq aprono su nuovi massimi alla luce del buon andamento delle trimestrali. Il 75% delle aziende quotate sullo S&P 500 e che ha pubblicato i conti (il 10% circa del totale) ha superato le attese degli analisti. In rally Tesla (+7,6%), che ha triplicato il valore dallo scorso giugno e ha superato per la prima volta i 100 miliardi di dollari di capitalizzazione. Ora vale più di Volkswagen.

Il termometro delle valute rifugio come yen e franco svizzero inoltre dice che la febbre da polmonite è in calo: il coronavirus cinese farebbe meno paura, almeno ai mercati, perché le autorità di Pechino si stanno muovendo per circoscrivere l’epidemia, nonostante il bilancio sia già di 17 morti e negli Usa si sia registrato un primo caso. 

L’euro resta alla finestra e scambia con il dollaro in area 1,108, mentre Donald Trump, a Davos, coglie l’occasione per randellare ancora un po’ la UE: o scatta un nuovo accordo commerciale o scattano le tariffe del 25% sulle importazioni di automobili dal Vecchio Continente. Porte aperte a un accordo commerciale con la Gran Bretagna, dopo la Brexit.

La seduta è particolarmente negativa per il petrolio: il Brent cede il 2%, 63,30 dollari al barile. Stabile l’oro, che galleggia intorno a 1556 dollari al barile. La fotografia finale di Piazza Affari vede in vetta al listino Moncler, +2,82%, che rialza la testa dopo le recenti perdite, Prosegue la fase positiva di Amplifon +2,2%, insieme a titoli come Diasorin +1,31% e Recordati +1,06%.

Bene Azimut +2,54%. Atlantia +2,15%, vede di buon occhio le dimissioni di Di Maio, grande sostenitore dell revoca delle concessioni. Ferrari +0,93%, per il secondo anno risulta il marchio più forte del mondo, secondo la valutazione di Brand Finance, che attribuisce al cavallino rampante un rating massimo AAA+.

La seduta è da dimenticare per Saipem -3,98%, che paga il taglio a ‘underperform’ da parte di Bofa e il crollo del pertolio. Male le banche: Unicredit -3,26%; Banco Bpm -2,8% Bper -2,81%; Ubi -2,39%.

Fra le mid cap Fincantieri lascia sul campo il 2,38%, mentre un giornale scrive che la Commissione Europea sarebbe giunta alla conclusione preliminare che l’operazione di acquisizione dei cantieri navali di Saint Nazaire è incompatibile con il mercato interno e le regole di concorrenza dell’Unione. “Le nozze tra Fincantieri e Stx tuttavia non sono ancora compromesse perché non si tratta di un no definitivo” .

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