Agenzia Entrate, Authority, Inps, Anas, Cdp. Sono tante le nomine pubbliche su cui la maggioranza non riesce a mettersi d’accordo e che – se lo stallo non si risolverà a breve – rischiano di paralizzare interi comparti dell’amministrazione statale.
Il caso più grave è probabilmente quello dell’Agenzia delle Entrate, dove ci sono da rinnovare direttore generale e comitato di gestione. La prima poltrona è vacante dal 9 dicembre 2019, quando è scaduto il mandato del generale della Guardia di Finanza Antonino Maggiore, che ha gestito l’organismo per circa un anno e non è stato rinnovato dall’attuale governo. Il suo posto è stato preso provvisoriamente dal capo del personale Aldo Polito, che però può occuparsi solo dell’ordinaria amministrazione (e, peraltro, il 31 gennaio andrà in pensione). Questa situazione ha bloccato i piani operativi e ha impedito il rinnovo dei “capi team”, oltre 2.600 funzionari intermedi che svolgono servizi per imprese e contribuenti. Il consiglio di gestione, invece, è scaduto ad aprile dello scorso anno.
Per quanto riguarda Cassa Depositi e Prestiti, nel consiglio d’amministrazione siede ancora il leghista Valentino Grant, che otto mesi fa è stato eletto europarlamentare e quindi andrebbe sostituito.
Restano poi da rinnovare i vertici di Agcom e Garante della Privacy, scaduti rispettivamente il 25 luglio e il 19 giugno 2019. L’articolo 2 del decreto Milleproroghe ha prorogato per la seconda volta in sei mesi i mandati dei presidenti uscenti, che rimarranno in carica fino al 31 marzo 2020.
L’Autorità anticorruzione (Anac) è invece acefala da tre mesi, da quando cioè Raffaele Cantone s’è tirato indietro ed è stato sostituito dal consigliere anziano Francesco Merloni, che però non ha le stesse deleghe di un presidente.
Ma non è finita: nel Cda dell’Inps c’è un dirigente interno, Adriano Morrone, che ricopre il ruolo di vicepresidente, mentre in casa Anas l’amministratore delegato, Massimo Simonini, viene ormai da mesi considerato un ex.
Infine, il 31 dicembre è arrivato al capolinea anche l’incarico del commissario straordinario per il terremoto nel Centro Italia, il geologo Piero Farabollini.
Non un bel quadro, soprattutto considerando che in primavera scadono i vertici di quasi tutte le grandi società pubbliche: dall’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, al numero uno di Enel, Francesco Starace,, passando per Alessandro Profumo (Leonardo), Matteo Del Fante (Poste) e Luigi Ferraris (Terna).