Si apre in maglia nera la settimana di Piazza Affari, che scivola sotto i 24mila punti -0,52% (23.896). Pesano Telecom -2,4%, Prysmian -2,14% e le banche nel loro complesso: Ubi -1,72%; Banco Bpm -1,79%; Unicredit -0,82%. Fuori dal listino principale Mps perde il 5,23%, dopo il balzo a doppia cifra di venerdì. Peggiora anche lo spread: il differenziale di rendimento fra decennale italiano e tedesco passa a 157 punti base +1,29%, con un tasso dell’1,38% per i Btp e -0,2% per il Bund. Lo Stato federale tedesco intanto ha riportato per il 2019 un surplus record pari a 13,5 miliardi euro,
La propensione al rischio si affievolisce anche nel resto d’Europa, persino dopo l’apertura intonata di Wall Street, instancabilmente in progresso e vicina ai massimi storici, grazie ai titoli tecnologici e nell’attesa domani dell’avvio della stagione delle trimestrali con le grandi banche e dell’arrivo dei cinesi per la firma degli accordi commerciali di fase uno, prevista mercoledì. Questa settimana c’è un capitolo dazi che riguarda pure l’Europa, infatti Il commissario Ue al commercio Phil Hogan, domani a Washington, avrà una serie di incontri importanti per “identificare un terreno comune per soluzioni condivise allo scopo di rafforzare le relazioni commerciali”. I rapporti sono tesi a causa delle tariffe imposte da Trump su acciaio e alluminio, mentre rischiano l’auto tedesca e i prodotti francesi. L’Omc inoltre ha autorizzato gli Usa a imporre dazi su 7,5 miliardi di prodotti europei per le sovvenzioni pubbliche ad Airbus (un peso che colpirebbe anche l’Italia)
In questo contesto Francoforte perde lo 0,26%; Parigi -0,09%; Madrid -0,26%. In controtendenza Londra +0,39%, favorita dal calo della sterlina di oltre mezzo punto percentuale contro euro e dollaro. A spingere la divisa britannica al ribasso sarebbe il rafforzarsi dell’ipotesi di un prossimo taglio dei tassi. Fra moneta unica e biglietto verde invece il cambio è lievemente favorevole alla prima e si muove intorno a 1,138.
In ritirata le materie prime: oro -0,46%, 1552,85 dollari l’oncia; Brent -1%, 64,33 dollari al barile.
In Piazza Affari sono solo sei le blue chip positive: Nexi +1,57%, in recupero dopo lo scivolone dell’ultima seduta con la vendita del 7,7% del capitale da parte dei fondi di investimento che controllano la società; Banca Generali +1,26%, in attesa dei dati sulla raccolta 2019; Stm +0,85%; Buzzi +0,51%; Exor +0,29%; Moncler +0,22%.
Dal lato vendite Prysmian paga lo scotto di un nuovo stop nel collegamento ad alta tensione tra Scozia e Galles chiamato Western Link. Giù Amplifon -1,9%:
È in rosso Atlantia -1,44%, con l’avvicinarsi del consiglio dei ministri della prossima settimana che potrà prendere una decisione sulla revoca delle concessione autostradali, con il possibile conferimento delle attività all’Anas. Oggi la società dei Benetton dovrebbe aver nominato Carlo Bertazzo amministratore delegato delle attività italiane
Movimenti nell’auto. Fca cede lo 0,62%, mentre la futura sposa, Peugeot, a Parigi perde lo 0,85%. Jean-Philippe Peugeot, a capo della holding Etablissément Peugeot Frères, in un’intervista al quotidiano Est Républican ha detto che la famiglia vuole esercitare l’opzione per aumentare del 2,5% la sua quota della nuova società frutto della fusione fra le due case automobilistiche. Sempre a Parigi le azioni Renault (-2,82%) toccano i minimi da sei anni, in seguito alle anticipazioni del Ft su un piano di Nissan per lasciare l’alleanza. I titoli di Renault e Nissan hanno segnato una flessione vicina al 40% da quando dell’ex ad della prima, Carlos Ghosn, è stato arrestato a Tokyo nel novembre 2018, per illeciti finanziari, che il manager però nega.