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Roma-Juve, sfida-verità per due e l’Atalanta fa tremare l’Inter

L’Atalanta inchioda l’Inter sull’1 a 1 e sfiora il colpaccio a San Siro ma oggi gli occhi sono tutti per il big match dell’Olimpico dove la Juve vuole diventare campione d’inverno ma la Roma non può compromettere la zona Champions.

Roma-Juve, sfida-verità per due e l’Atalanta fa tremare l’Inter

L’Atalanta fa tremare l’Inter. Nell’1-1 di San Siro sono i nerazzurri di Bergamo ad avere più rimpianti, a testimonianza di un’altra grande prestazione al cospetto di una squadra più blasonata, ma non per questo più forte. Due i maggiori motivi di rimpianto: un rigore non dato nel primo tempo su Toloi e, soprattutto, quello sbagliato da Muriel al minuto 88. Sarebbe stato, a meno di clamorosi colpi di scena, il gol della vittoria atalantina e invece il colombiano si è fatto stregare da Handanovic, permettendo così a Conte di evitare una brutta sconfitta. Va anche detto che nel primo tempo l’Inter era stata nettamente superiore, meritando il vantaggio-lampo di Lautaro (4’, assist di Lukaku) e sfiorando più volte il secondo gol, in particolare con lo stesso argentino. 

Ma l’Atalanta, come dimostrato più volte in stagione, non muore mai e così al 40’ ecco il primo segno di reazione: colpo di testa di Toloi e parata di Handanovic, con il tap-in successivo che fallisce per centimetri. La spiegazione arriva però nel replay visto da tutti ma non dal Var Irrati, evidentemente distratto: il brasiliano viene trattenuto da Lautaro ed è per questo che non riesce ad arrivare sul pallone. Sospiro di sollievo per l’Inter che però rientra in campo decisamente sotto tono. La bella squadra del primo tempo, capace di un pressing forsennato votato a esaltare Lukaku e Lautaro, lascia infatti spazio a un’Atalanta a tratti sontuosa, addirittura feroce nel chiudere Conte nella sua metà campo, peraltro senza lasciargli nemmeno le ripartenze. Decisiva la mossa di Gasperini di togliere l’evanescente Zapata per un ben più frizzante Malinovskyi, togliendo così punti di riferimento alla difesa interista.

Da lì in poi è un dominio bergamasco, certificato dal palo dell’ucraino e, soprattutto, dal pareggio di Gosens, lesto ad approfittare di un’indecisione di Candreva e a battere Handanovic (75’). Il Gasp, che nel frattempo aveva inserito anche Muriel, sente aria di colpaccio ed effettivamente sarebbe proprio così, se non fosse che il colombiano, mandato sul dischetto da un fallo di Bastoni su Malinovskyi, si fa ipnotizzare da un grande Handanovic, decisivo nel salvaguardare il pareggio. Conte fallisce così la vittoria che gli avrebbe dato il matematico titolo d’inverno ma forse, alla luce del match, preferisce guardare il bicchiere mezzo pieno. “Noi abbiamo iniziato un percorso e ci ritroviamo lì, abbiamo tanti meriti avendo 46 punti ma dobbiamo essere molto realisti perché c’è un percorso da fare – la sua analisi in conferenza stampa. – Stiamo tirando fuori tutto in una situazione non semplice. Poi vedi la classifica, vedi che sei lì e si chiudono gli occhi su tante situazioni. Prego sempre che ci siano tutti gli effettivi, ma infortuni e squalifiche ci stanno e quindi la coperta diventa troppo corta”.

Il messaggio alla società, ancora una volta, è piuttosto esplicito ma la stessa sa bene che il tecnico ha ragione: non a caso le mosse sul mercato continuano, a cominciare da Eriksen (si tratta con il Tottenham per averlo subito) passando per Giroud e Young, entrambi vicinissimi. Ora però la palla passa alla Juve, chiamata a battere la Roma nella super sfida dell’Olimpico (ore 20.45) e a conquistare il titolo di campione d’inverno. Gara delicata per entrambe, perché se è vero che i punti pesano tanto per i bianconeri, lo stesso si può dire dei giallorossi, attualmente agganciati dall’Atalanta al quarto posto. Insomma, il match odierno rischia di spostare parecchi equilibri nella zona alta della classifica, ragion per cui la tensione sarà davvero altissima.

“E’ una partita difficile – ha ammesso Sarri senza mezzi termini. – La Roma ha tanti giocatori tecnici e sa strappare bene il gioco quando riconquista palla, può essere molto pericolosa se gli si lascia campo. Noi però abbiamo un potenziale offensivo elevatissimo, dobbiamo solo riuscire a sfruttarlo al meglio. Finora siamo stati bravi solo in alcuni spezzoni di gara, l’obiettivo è trovare continuità sul lungo periodo come contro il Cagliari”. Proprio la partita contro i sardi dà fiducia ai bianconeri, il contrario di una Roma reduce dal ko col Torino che ne ha minato certezze e autostima. Il risultato di San Siro inoltre è valso l’aggancio dell’Atalanta, ragion per cui perdere ancora potrebbe costare davvero caro. 

“Sono più preoccupato quando giochiamo contro Genoa o Torino piuttosto che contro Juve, Inter o Napoli – ha replicato Fonseca. – Finora abbiamo sempre affrontato al meglio le squadre migliori, è un problema di atteggiamento: dobbiamo lavorare per cambiare mentalità e pretendere sempre di più. Contro la Juve sappiamo di non poter sbagliare, ci servirà una concentrazione assoluta. E presto saremo in grado di lottare con loro e l’Inter anche in senso assoluto…”. Il presente però ci dice che le due squadre combattono per obiettivi diversi e che questa sera, di fronte al sold out dell’Olimpico, non potranno permettersi errori.

Sarri ha deciso di confermare il 4-3-1-2 già visto contro il Cagliari, dunque Szczesny in porta, Cuadrado, Demiral (in vantaggio su De Ligt), Bonucci e Alex Sandro in difesa, Rabiot, Pjanic e Matuidi a centrocampo, Ramsey sulla trequarti, Dybala e Ronaldo in attacco. Molti più problemi invece per Fonseca, costretto a rinunciare sia a Kluivert che a Mkhitaryan, oltre che a fare i conti con l’influenzato Spinazzola. Il suo 4-2-3-1 sarà così pressoché obbligato con Pau Lopez tra i pali, Florenzi, Mancini, Smalling e Kolarov nel reparto arretrato, Veretout e Diawara in mediana, Zaniolo, Pellegrini e Perotti alle spalle dell’unica punta Dzeko.  

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