Il salvataggio della Banca Popolare di Bari è solo l’ultimo capitolo di una saga cominciata cinque anni fa con gli interventi su Banca Etruria, Banca Marche e le Casse di Risparmio di Ferrara e di Chieti. Gli analisti di Equita Sim, investment bank indipendente italiana, hanno calcolato quanti soldi sono stati stanziati dal 2015 ad oggi per ristrutturare il settore bancario, uno dei più colpiti dalla crisi economica.
Secondo i dati forniti dall’istituto, sono 33 i miliardi complessivi messi a disposizione per gli interventi sulle banche. Ma non tutti vengono dallo Stato. Nel dettaglio, dalle casse pubbliche sono arrivati 21 miliardi, di cui 11 per il salvataggio delle banche venete (Popolare di Vicenza e Veneto Banca) del 2017 e 4 per tenere in vita Monte dei Paschi di Siena.
I restanti 12 miliardi sono stati messi a disposizione dagli stessi istituti di credito attraverso il Fondo interbancario.
Ieri, 15 dicembre, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto che stanzia 900 milioni per Invitalia perché finanzi il Mediocredito centrale e gli consenta di acquisire quote della Popolare di Bari, commissariata venerdì. Secondo gli esperti di Equita, ipotizzando accanto all’intervento pubblico anche un contributo del Fondo interbancario per la tutela dei depositi, i soldi stanziati per l’istituto pugliese dovrebbero rappresentare circa il 4% della cifra complessiva necessaria negli ultimi cinque anni per ristrutturare l’industria bancaria italiana.
A Piazza Affari dopo l’ok del Governo al decreto, il Ftse Italia Banche viaggia in rialzo dello 0,5%. Bene le big: Unicredit e Intesa Sanpaolo guadagnano entrambe lo 0,7%. Banco Bpm +0,5%, Ubi Banca +0,78%. Fuori dal Ftse Mib è in rosso Mps (-0,6%).