Giovedì è andato in scena al ministero dello Sviluppo economico il primo “tavolo dell’edilizia”, settore che negli ultimi 10 anni ha visto scomparire 600mila posti di lavoro, l’equivalente di 50 imprese come l’Ilva. Il ministro Stefano Patuanelli ha incontrato le associazioni datoriali del settore (Ance, Oice, Confedilizia, Confimi, Aniem, Osservatorio Nazionale sulle Infrastrutture di Confassociazioni) e i sindacati di categoria (Filca Cisl, Fillea Cgil e Feneal Uil).
Nel corso della riunione si è discusso delle misure utili per rilanciare il settore dell’edilizia e delle infrastrutture e – come si legge nella pagina istituzionale sul sito del ministero – “supportare le imprese edili, che rappresentano una delle colonne portanti del nostro sistema produttivo”.
Fonti presenti all’incontro fanno sapere che si è parlato di diversi problemi: il rapporto problematico tra Pa e operatori economici, la necessità di una adeguata declinazione di industria 4.0 per il settore, l’eccesso di burocrazia e le responsabilità a cui sono sottoposti i funzionari pubblici, le difficoltà di accesso al credito.
Secondo Giorgio Lupoi, consigliere Oice e amministratore unico della società di ingegneria Studio Speri, “è importante ricorrere a servizi di project management esterni a supporto della P.A. (come peraltro previsto nel Codice) e a una applicazione dell’anticipo sui contratti attuativi degli accordi quadro in essere (molti dei quali gestiti da Anas). Il ministro si è impegnato a raccogliere le istanze ed a coinvolgere gli altri ministeri e istituzioni interessati per cominciare il lavoro già da febbraio”.