Sui listini europei arriva l’atteso rimbalzo, grazie all’ennesimo cambiamento di sentiment sui dazi e alla partenza positiva di Wall Street. Anche il petrolio festeggia, con il calo settimanale delle scorte Usa superiore alle attese e alla vigilia alla vigilia dell’incontro Opec. Il future del Brent, febbraio 20,20, schizza a 63,22 dollari al barile (+3,95%).
Francoforte chiude in rialzo dell‘1,17%, Parigi +1,27%; Madrid +1,47%. Più arretrata Londra, +0,38%.
Piazza Affari guadagna l‘1,31% e si riprende quota 23.000 punti (23.034), grazie a un listino principale quasi tutto in verde. Le dieci blue chip migliori spaziano da Buzzi +3,45%, alla Juventus +2,9%, cedente nei giorni scorsi con l’avvio dell’aumento di capitale, alle banche con Moody’s improvvisamente positiva sulle prospettive del credito nostrano. L’agenzia di rating porta l’oulook delle banche italiane da negativo a stabile, “perché – spiega in un rapporto – i crediti deteriorati continueranno a diminuire, le condizioni di finanziamento migliorano e il capitale degli istituti resta stabile”. Anche se, osserva Fabio Iannò, senior credit officer di Moody’s, non si può scordare che “il loro rapporto di prestiti deteriorati pari a circa l’8% resta oltre il doppio rispetto ala media europea del 3% in base ai dati della European Banking Authority”.
In ogni caso una lama di luce illumina in seduta Banco Bpm +2,96%; Ubi +2,51%; Intesa +2,05%. Bene Unicredit, +1,92%, all’indomani della presentazione del piano al 2023 che promette molto agli azionisti, ma annuncia anche 8.000 esuberi (di cui 5500 in Italia). Una prospettiva che ovviamente allarma il sindacato di categoria (Fabi), secondo il quale la preoccupazione dovrebbe essere anche politica: il gruppo – si sostiene – potrebbe puntare ad abbandonare il paese.
Denaro su Stm +2,3%; Cnh +2,13%. Bene i petroliferi con Saipem +2,16% e Tenaris +2,12%. Risale il risparmio gestito partendo da Azmiut +2,17%.
Atlantia si apprezza, +2,42%. Contribuisce la promozione di JP Morgan a “overweight”, perché i recenti cali del titolo offrirebbero oggi un livello attraente in termini di rapporto tra rischio e rendimento. Atlantia ha perso circa il 13% nelle ultime 10 sedute. Le vendite sono circoscritte a Nexi -0,44%. Fra i titoli sottili va in orbita Carraro, +14,44, grazie all’accordo di fornitura da 420 milioni con Ineos Automotive.
Anche il secondario archivia una seduta da incorniciare, con lo spread fra decennale italiano e tedesco in calo a 160 punti (-4,11%) e il rendimento del Btp in regresso a 1,28%. Bene, anche se la maggioranza di governo resta divisa su molte questioni, fra cui il meccanismo Salva Stati, su cui oggi interviene il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno, secondo il quale non ci sono ragioni per cambiare il testo. La firma del nuovo Trattato – dice – avverrà “a inizio del prossimo anno” dopo gli eventuali aggiustamenti derivanti dal dibattito in corso.
Sul mercato dei cambi il dollaro perde smalto in corrispondenza della diffusione di dati macro deludenti, come la crescita dell’occupazione Usa nel settore privato a novembre (67mila posti contro stime di 157mila) e l’Ism servizi, indice che misura la performance del terziario, sceso a 53,9 punti dai 54,7 punti di ottobre e contro previsioni a 54,5 punti.
Si resta inoltre guardinghi sulla questione dazi, per i molti colpi di scena che Donald Trump offre ogni giorno sul tema. Oggi torna a prevalere l’ottimismo, dopo che il presidente ha detto che le trattative con Pechino per trovare un’intesa stanno andando bene. Ieri invece aveva dichiarato che probabilmente era meglio trovare un accordo dopo il voto delle presidenziali 2020. Il cross euro dollaro è stabile, a 1,108. Oro in frazionale ritirata a 1478,65 dollari l’oncia.