Michela De Marchi, Segretario generale di UNIREC – l’Unione Nazionale delle Imprese a Tutela del Credito, associazione aderente a Confindustria SIT, che riunisce l’80% delle imprese dei servizi di gestione del credito in Italia – è stata nominata vicepresidente di FENCA (Federation of European National Collection Associations), nel cui board è entrata a ottobre dello scorso anno.
FENCA, la federazione europea delle associazioni nazionali del comparto di cui UNIREC fa parte, è stata fondata nel 1993 e riunisce 23 associazioni nazionali che rappresentano il 75% delle società di gestione, recupero e acquisto crediti in Europa.
Nell’ambito dell’incarico di due anni in FENCA, De Marchi si occuperà, in coordinamento con il board della federazione e a contatto diretto con le Istituzioni europee, di promuovere il miglioramento continuo delle pratiche legate alla tutela del credito e del contesto normativo di riferimento al fine di garantire la qualità del servizio alle aziende e di tutelare la privacy e i diritti dei creditori e addetti del settore.
Classe 1984, Michela De Marchi è Segretario generale di UNIREC dal 2017 rappresentando l’Associazione italiana attiva nel comparto a livello nazionale e curandone le relazioni con gli enti istituzionali e regolatori. In precedenza, ha lavorato per Volkswagen AG nel settore delle Corporate Relations e per una primaria società italiana di lobbying, in qualità di Public Policy Analyst.
“Questa investitura testimonia il riconoscimento a livello europeo dei successi conseguiti da UNIREC in Italia – ha commentato Michela De Marchi -. Un incarico per me tanto più significativo alla luce della centralità della problematica relativa alla gestione dei crediti – e soprattutto di quelli deteriorati – che è divenuta elemento di forte attenzione da parte di Bruxelles. A fronte di politiche che avevano sempre riguardato una sola parte della filiera del credito, le istituzioni europee hanno ora compreso l’importanza sociale ed economica dell’attività svolta dal settore. E questo rende ancora più essenziale che ci sia una federazione a livello europeo che possa trovare una sintesi e una coralità di approccio e orientamento.”