“Cozze amare”: comincia proprio così “Padiglione Italia”, la caustica rubrica domenicale di Aldo Grasso, icona della critica televisiva, sulla prima pagina del Corriere della Sera.
Grasso prende di mira la senatrice grillina di Taranto, Barbara Lezzi, la pasionaria che ha guidato la rivolta dei parlamentari dei Cinque Stelle contro lo scudo penale per i vertici aziendali dell’Ilva, la cui soppressione sta fornendo un alibi incredibile ai disegni di fuga di ArcelorMittal.
“Ci siamo occupati di Barbara Lezzi – scrive con elegante ironia Grasso – quando attribuì l’aumento del Pil al consumo energetico dei condizionatori in un’estate particolarmente calda. Poi, da chief economist del M5S, quando voleva rimettere in carreggiata la sua Puglia chiudendo centrali a carbone dell’Enel per affidarsi alle rinnovabili e altre amenità del genere” .
Ma è sull’Ilva che la Lezzi dà il peggio di sè e Grasso non si lascia sfuggire il bersaglio. Che si fa se il più grande impianto siderurgico di Taranto chiude? Nessun problema, garantisce la Lezzi, che avverte: “Taranto è una bella città di mare di cui si parla solo per l’ex Ilva, ma ha, per esempio, una lunga tradizione nell’attività di mitilicoltura, che non può essere dimenticata”.
Peccato, segnala Grasso, che se l’Ilva di Taranto chiude, resteranno a casa più di 10 mila persone su 200 mila abitanti. “E’ triste dirlo – annota sarcasticamente Grasso – ma il rischio è che ci saranno più disoccupati che cozze“. Ma niente paura. “A quel punto la Lezzi, sulle rovine dell’Ilva, erigerà felice un monumento al mitile ignoto”. Grandissimo Grasso.
Ma grande Grasso cosa, manica di imbecilli che scrivete queste scemenze! La Lezzi sottolineava come la bellezza del posto fosse offuscata dalla vicenda Ilva… siete proprio dei servi del sistema!
Quando non si hanno argomenti, si insulta…
Sarebbe stato interessante se giornalista avesse accostato le proprie ironie a questioni di questo tipo:
Quanti dei 10 mila occupati dell’ilva sono abitanti della città di Taranto, o almeno dell’area a cui è riferito il 40% di disoccupazione?
Quanto incide l’ilva in termini occupazionali su turismo, artigianato, miticultura, agricoltura, pastorizia, etc.. nell’area a cui è riferito il 40% di disoccupazione?
Premetto che non molta simpatia per i grillini, ma, da tarantino, invito il signor Grasso e voi tutti a venire a fare dell’ironia presso il reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale SS. Annunziata di Taranto da poco intitolato a Nadia Toffa.