Sì, si stava meglio quando si stava peggio. Secondo la ricerca “Modern family: dal 1989 ad oggi, com’è cambiata la famiglia in 30 anni”, commissionata da Bnp Paribas Cardif, compagnia assicurativa presente proprio dal 1989 in Italia, all’istituto Eumetra, gli italiani oggi sono più felici rispetto al passato e pensano persino che lavorare sia più facile. Certo, hanno ancora molta paura del futuro e la maggior parte di loro rimane pessimista riguardo alle prospettive economiche (oltre che timorosa nei confronti dei “nuovi rischi”, dai disastri naturali alla cybersicurezza), ma il quadro non sembra così tragico rispetto ad altre narrazioni.
Almeno secondo il campione di 1.000 persone intervistate da Eumetra, da Nord a Sud e di età tra i 25 e i 70 anni, il 71% ritiene che la propria famiglia sia più felice rispetto a quella d’origine, anche se solo il 35% si dichiara tranquillo dal punto di vista economico e il 62% ritiene che la felicità raggiunta sia tutto sommato precaria, visto che in compenso sono aumentati i rischi rispetto al passato: agli evergreen come la perdita del lavoro (63%) o la salute (62%) si aggiungono il timore di furti attraverso la tecnologia (61%), il cyberbullismo (52%) e le catastrofi naturali (51%).
Se questa ultima sensibilità si spiega con una maggiore consapevolezza del tema della sostenibilità rispetto alla fine degli anni ’80 (tra le abitudini green delle famiglie italiane di oggi spiccano la raccolta differenziata e la riduzione degli sprechi), uno dei dati più sorprendenti riguarda quello del lavoro. Il tema probabilmente più delicato dell’agenda politica e sociale del Paese sembra vissuto non così drammaticamente dalle famiglie intervistate: in media in una famiglia italiana il 76% lavora con un contratto a tempo pieno.
Le donne sono ancora penalizzate (il 35% ha un lavoro part time, contro il 13% degli uomini, il 65% dichiara di percepire un reddito inferiore rispetto agli uomini e il 34% dichiara di essere casalinga) ma in compenso prendono piede soluzioni nuove, come in particolare lo smart working (il 37% lo ha praticato almeno una volta) che fanno sì che il 72% degli italiani pensino che oggi lavorare sia persino più semplice rispetto a qualche decennio fa.
Scorrendo poi la ricerca, emergono altri dati che testimoniano come i tempi siano cambiati rispetto ad un anno così importante come il 1989, quando ci furono le proteste di piazza Tienamnen a Pechino e la caduta del Muro di Berlino. Alcuni dei quali coerenti con quello che ci aspetteremmo, e cioè ad esempio che oggi il 40% delle famiglie non ha figli, il 26% ne ha solo uno e il 10% delle persone è single (+110% rispetto a 30 anni fa, da 4 a 8,4 milioni, dato Istat). Oggi le famiglie italiane sono 25,7 milioni, con un numero di componenti medio sceso a 2,4 dai 2,8 del 1989 e dai 4 del 1948, quando le famiglie erano meno della metà (11,8 milioni) e i single solo 1,2 milioni.
Non stupisce nemmeno che i matrimoni sono crollati del 40%, a favore della convivenza e che i divorzi sono aumentati del 230%. O che il 51% delle famiglie possieda una lavastoviglie, contro il 27% di trent’anni fa, che il 43% abbia installato in casa un condizionatore, contro l’11%, o ancora che il 95% utilizzi Internet tutti i giorni (il 70% delle famiglie ha almeno 6 dispositivi connessi in casa) e che proprio per questo il telefono fisso sia oggi presente solo nella metà delle abitazioni, contro il 91% del 1989.
Qualche sorpresa però ancora c’è, alla faccia della sensibilità ambientale. Se infatti una famiglia italiana su quattro dichiara di evitare l’utilizzo dell’auto, è anche vero che oggi, in quella che dovrebbe essere l’era del car sharing, l’80% ne è dotato, contro il 78% di trent’anni fa (persino di più, confrontato a un periodo in cui l’auto era uno status symbol), e che ancora un terzo delle famiglie – esattamente come nel 1989 – ne ha più di una. Non solo: oggi il 55% degli italiani usa la bicicletta, contro il 61% di trent’anni fa.