La Roma vola al terzo posto, il Napoli sprofonda al settimo. Eccole qui le conseguenze del match dell’Olimpico, peraltro non ancora definitive: Milan-Lazio di questa sera (ore 20.45) infatti potrebbe spingere Ancelotti ancora più in fondo, ma anche trasformare i rossoneri in una rivale in più per la zona Champions, l’unico obiettivo a cui gli azzurri, realisticamente parlando, possono ancora ambire. La gara di ieri rappresentava un esame importante per entrambe e a superarlo, al termine di 96 minuti ricchi di spettacolo e colpi di scena, è stata la squadra di Fonseca, alla terza vittoria consecutiva in una settimana.
Risultato eccellente per i giallorossi, capaci di venir fuori proprio nel momento più difficile, quello in cui le scelte, giocoforza, si sono ridotte all’osso, costringendo il tecnico portoghese a scegliere una formazione e affidarsi sempre a quella. I maligni diranno che è stata proprio questa la chiave della nuova Roma, sminuendo così i meriti di un allenatore apparso interessante sin da subito, ma anche un po’ confuso, almeno all’inizio. I numeri comunque parlano per lui e la classifica, dopo questo 2-1 sul Napoli, è addirittura eccellente.
“In questo momento difficile i ragazzi hanno capito che bisognava compattarsi, lottare e correre più che mai – il suo commento. – Per me ciò che conta di più è l’atteggiamento di tutta la squadra, per il resto non abbiamo ancora fatto niente: è già tempo di pensare alla prossima partita”. Parole doverose, ma anche lui sa bene come il successo di ieri sia stato estremamente importante. Intanto perché era uno scontro diretto e poi per via di alcuni singoli sempre più convincenti, su tutti Zaniolo e Mancini.
Il primo è tornato sui livelli dell’anno scorso, come confermato dal quarto gol consecutivo tra campionato e coppe, il secondo, spostato a centrocampo più per obbligo che per scelta, si sta rivelando l’ingrediente decisivo tra le idee offensive di Fonseca e la necessità di non prendere troppi gol. Il resto lo fanno dettagli ed entusiasmo, binomio che spesso va di pari passo. E così ieri, dopo il vantaggio di Zaniolo (19’), i giallorossi si sono permessi anche il lusso di sbagliare un rigore (Kolarov) e assistere a un vero e proprio Meret-show, con il portiere azzurro di nuovo protagonista dopo l’errore infrasettimanale.
Il Napoli, dopo aver rischiato il doppio ko, si è rifatto sotto ma ha dovuto fare i conti con i legni dell’Olimpico, decisivi nel fermare Milik e Zielinski, per giunta nella stessa azione. Il resto lo hanno fatto Smalling (salvataggio sulla linea) e…Mario Rui, autore del secondo fallo di mano del match dopo quello di Callejon per l’inevitabile rigore. Questa volta Kolarov ha lasciato la battuta a Veretout e la Roma è andata sul 2-0 (55’). Gli azzurri, dopo aver rischiato lo 0-3 (traversa di Kluivert) sono poi riusciti a rientrare in corsa con il solito Milik (72’), ma alla fine a esultare è stata la squadra di Fonseca, piazzatasi al terzo posto in attesa della risposta odierna dell’Atalanta.
Notte fonda invece per il Napoli, passato nel giro di una settimana dal sognare lo scudetto a ritrovarsi addirittura fuori dalla zona Champions. “Abbiamo raccolto meno di quello che meritavamo quando l’inerzia era a nostro favore, ma abbiamo pagato il fatto di non aver giocato bene – ha spiegato Davide Ancelotti, in panchina al posto del padre squalificato. – I problemi che abbiamo sono legati soprattutto alla fase difensiva, ora però non è il momento di guardare la classifica: non è ancora tempo di bilanci”. Sarà, ma oggi gli azzurri rischiano di farsi staccare da Lazio e Cagliari, oltre che farsi agguantare dalla Fiorentina.
È soprattutto la squadra di Inzaghi a fare paura, ecco perché la partita contro il Milan diventa il big match della giornata. A San Siro si affronteranno due squadre partite con lo stesso obiettivo e staccate oggi di ben 5 lunghezze, ovviamente a vantaggio dei biancocelesti. La Lazio, in caso di vittoria, può candidarsi sul serio a un posto Champions ma anche il Milan, rialzatosi dopo il successo sulla Spal, potrebbe ancora dire la sua, a patto, ovviamente, di tornare a casa con i 3 punti. “Abbiamo possibilità di cambiare la stagione, con autostima e fiducia possiamo venire fuori – ha sottolineato Pioli. – Quello che ha fatto Suso è il segnale di una squadra che vuole provare a migliorare: non conta chi gioca, conta come ci si sacrifica per i compagni. Bisogna crederci sempre, così la Champions diventa possibile”.
Il tecnico rossonero però sa bene che la prestazione di giovedì non basterà per fermare la Lazio, reduce da un 4-0 ben più convincente contro il Torino e decisa a confermarsi anche stasera. “Sarà una sfida per l’attestato di maturità perché affrontiamo una squadra forte che l’anno scorso è arrivata quinta e che in estate ha preso giocatori di valore – ha spiegato Inzaghi. – Non mi fido del Milan, servirà una grande gara da parte nostra per espugnare San Siro”. Le premesse per una bella sfida ci sono tutte, ora non resta che aspettare il verdetto del campo.
Pioli dovrà rinunciare a Suso, questa volta non per scelta tecnica ma per un problema muscolare, ma si affiderà comunque al 4-3-3 con Donnarumma in porta, Calabria, Duarte, Romagnoli e Hernandez in difesa, Paquetà, Biglia e Kessié a centrocampo, Castillejo, Piatek e Calhanoglu in attacco. Classico 3-5-2 invece per Inzaghi, che risponderà con Strakosha tra i pali, Patric, Acerbi e Radu nel reparto arretrato, Lazzari, Milinkovic-Savic, Lucas Leiva, Luis Alberto e Lulic in mediana, a supporto della coppia offensiva composta da Correa e Immobile.