La settimana delle Borse inizia in Asia con un tono positivo, grazie alle ultime novità riguardanti la trattativa sui commerci tra Stati Uniti e Cina. Ma le attenzioni dei mercati, 90 anni dopo il grande crollo del ’29, la cui ricorrenza cade domani, è concentrata anche sull’impatto dell’attualità politica in Italia, Germania ed Argentina e sulla vigilia delle decisioni della Fed.
- Positivi stamane il Nikkei di Tokyo +0,4%, l’Hang Seng di Hong Kong +1,1%, Shanghai +0,7%, e il Kospi di Seoul +0,4%.
- Sembra definita l’intesa sulla “phase one” della pace commerciale con Pechino da firmare al vertice Apec in programma in Cile il prossimo 15/16 novembre.
- Lo yuan cinese si apprezza leggermente a 7,059. Si indebolisce lo yen, a 108,8.
CINA, TUTTI PAZZI PER IL BLOCKCHAIN
Nel listino della Cina si mettono in luce le aziende utilizzatrici o sviluppatrici della Blockchain, dopo che il presidente Xi Jinping ha annunciato un impegno del governo sull’approccio tecnologico nato con il bitcoin: tutte le cripto valute sono in forte rialzo, a partire dal bitcoin. Sessanta società ultrahigh tech della Borsa della Cina sono state sospese per eccesso di rialzo.
Comincia oggi il plenum del comitato centrale cinese che, dopo quattro giorni di lavoro, sceglierà i nomi dei nuovi membri, scelti tra le leve più giovani del partito.
TERREMOTO ELETTORALE IN UMBRIA ED IN TURINGIA
In Europa, Italia in testa, tiene banco il terremoto elettorale in Umbria. Trionfa il centrodestra a trazione leghista e di Giorgia Meloni, crolla il Movimento Cinque Stelle. Vacilla il governo di Giuseppe Conte, nel mirino per conflitto di interesse dopo che il Financial Times ha rivelato i suoi legami con un fondo di investimento legato al Vaticano al centro di un’indagine per corruzione. Conte ha ammesso che nel maggio 2018 ha ha dato un parere legale alla società Fiber.4 in merito all’esercizio del golden power su Retelit, ma si è detto “tranquillissimo”.
Non meno forte la botta al governo tedesco nelle elezioni della Turingia. L’estrema destra diventa la terza forza politica travolgendo la Cdu di Angela Merkel. Tiene la sinistra radicale al governo, ma perdono gli alleati, verdi in testa.
TRIONFO PERONISTA IN ARGENTINA A RISCHIO DEFAULT
Grande agitazione sui mercati anche per la travolgente vittoria del peronista Alberto Fernadez che, con il 48% dei voti, ha battuto il presidente uscente Mauricio Macri. Il neo presidente, in carica da dicembre, interverrà subito per fronteggiare l’inflazione (55 per cento) ed il tracollo del peso (30% di svalutazione dall’estate). Come ha scritto Antonella Mori dell’Ispi: “Il forte deprezzamento del pesos in questi ultimi due mesi rende inevitabile la ristrutturazione dei circa 100 miliardi di dollari di debito estero. La domanda oggi non è se il paese farà default, ma quale sarà la perdita inflitta agli obbligazionisti privati, in termini di taglio del valore nominale, riduzione dei tassi d’interesse e allungamento delle scadenze dei titoli”.
LONDRA VERSO IL VOTO IL 12 DICEMBRE
Tempo di elezioni anche a Londra. Oggi Boris Johnson proporrà ufficialmente che il Regno torni alle urne il 12 dicembre. Favorevoli i laburisti purché il premier s’impegni a procedere alla Brexit solo dopo l’intesa con l’Unione Europea. Divisi, al solito, gli europei. La Francia si è opposta fino all’ultimo alla richiesta di un rinvio lungo (31 gennaio) gradito alla Germania sensibile agli interessi dei grandi dell’auto, decisi a proteggere l’export verso il Regno Unito così come quello verso la Cina, la ragione che ha spinto la Merkel ad aprire, unico paese occidentale, a Huawei il mercato del 5G. La decisione della Ue è prevista per oggi.
L’euro sterlina tratta stamane a 0,846 (+0,1%).
L’ADDIO DI DRAGHI, ANCHE LA FED ACCELERA IL QE
Stasera a Francoforte si terrà la cerimonia di addio a Mario Draghi e l’investitura di Christine Lagarde che parlerà subito dopo superMario alla presenza di Angela Merkel. Il 1°novembre è previsto l’avvio degli acquisti del Qe 2, l’eredità (senza scadenza predefinita) degli acquisti di titoli dell’Eurozona. Pioggia di dati in arrivo dagli Usa.
Mercoledì, innanzitutto, sono previsti gli annunci della Federal Reserve. La previsione è per un nuovo taglio dei tassi, il terzo del 2019. Nel frattempo la banca centrale ha aumentato (da 75 a 120 miliardi) la massiccia immissione di liquidità sul mercato dei repo che va avanti da diversi mesi.
Venerdì uscirà il dato sul mercato del lavoro a stelle e strisce, sia l’occupazione che i salari. Ma in settimana arriveranno anche gli aggiornamenti sulla produzione industriale e l’andamento del pil nel terzo trimestre.
Il Treasury Note a dieci anni si porta a 1,81% di rendimento, massimo dell’ultimo mese e mezzo.
Vigilia calda anche per la Bank of Japan. Le autorità giapponesi, nonostante i margini di manovra ristretto visti i tassi negativi, sembrano decisi a lanciare mercoledì segnali di ulteriore allentamento della politica monetaria per evitare un nuovo rafforzamento dello yen a fronte dei tagli dell’area euro e del dollaro. Non è escluso un aumento degli acquisti di titoli azionari.
TIFFANY PER ORA DICE NO A LVMH, APPLE LANCIA LO STREAMING
L’atteggiamento benevolo delle banche centrali favorisce la reflazione dei listini già effervescenti. A trarne vantaggio sono i mercati azionari: Piazza Affari è sui massimi, oltre quota 22.600 punti, l’indice Standard & Poor’s ha varcato di nuovo i 3 mila. In questa cornice si riaccendono le battaglie societarie.
Riflettori accesi a Piazza Affari sull’assemblea Mediobanca, titolo che in un anno ha messo a segno un rialzo del 45%, su del 10% dell’ultimo mese sotto il pressing di Leonardo Del Vecchio che si presenta in assemblea con una quota superiore all’8% e propositi battaglieri.
Sui mercati azionari terrà banco il comparto del lusso. Gli operatori sono chiamati a valutare l’affar del secolo: Lvmh, l’ammiraglia del lusso capitanata da Bernard Arnault (l’uomo più ricco d’Europa), forte di 75 marchi globali, con un valore di mercato di 194 miliardi di euro, ha lanciato un’offerta di 14,5 miliardi di dollari su Tiffany’s, l’icona del lusso made in Usa. Ma la cifra è stata giudicata “inadeguata” dal board. C’è molta Italia dietro il deal: a gestire le trattative è Francesco Trapani, grande azionista di Tiffany, l’uomo che ha ceduto Bulgari al tycoon francese. A guidare la gioielleria resa celebre da Audrey Hepburn è oggi l’italiano Alessandro Bogliolo.
Amazon, dopo la trimestrale deludente, dovrà fare i conti con la perdita della commessa del Pentagono (10 miliardi di dollari) per la gestione delle attività sul cloud, assegnata a Microsoft: Trump ha così voluto punire il “nemico”, editore del Washington Post, la punta di diamante della campagna per l’impeachment del presidente.
In uscita oggi anche le trimestrali di At&t. Alphabet e di Walgreen’s, la multinazionale delle farmacie guidata da Stefano Pessina.
Venerdì ci sarà il lancio in più di cento Paesi del servizio di streaming di Apple.
TRIMESTRALI: 160 CONTI DA WALL STREET
In arrivo in settimana i conti di 160 corporations tra cui: Facebook, Mastercard, GE, Pfizer, Bristol-Myers Squibb, Bayer, AT&T, Sony, Airbus, Colgate-Palmolive, GM, Volkswagen, Aeroflot, Apple, Starbucks, Beyond Meat, Alphabet, Alibaba, Exxon Mobil, Chevron, BP, PetroChina, Repsol, Baker Hughes, Hess, Total, Sanofi, Royal Dutch Shell, Credit Suisse, Bank of China, MetLife, Allstate, AIG, HSBC, Danske Bank, BNP Paribas, Nomura, Macquarie Group e Banco Santander sono i nomi caldi in agenda.
Il calendario di Piazza Affari prevede anche l’assemblea di Cir, Cofide e di Giglio Group, multinazionale tascabile dell’e-commerce. Da seguire il derby a distanza sui conti tra Lazio e Roma.
RISPARMIO GESTITO: ITALIA RENDE MENO DELL’EUROPA
Tosetti Value, uno dei principali Multi-Family office in Europa ha passato ai raggi X l’effettiva performance delle società di gestione del risparmio. “Se noi avessimo investito 100 euro a inizio 2018 nelle prime 30 società di gestione europee – si fa notare- avremmo avuto un rendimento del 6,15%, al netto dell’1,79% di commissioni fisse (non sono inclusi eventuali altri oneri quali commissioni di performance, costi di transazione, commissioni di ingresso/uscita). Mentre le prime 10 italiane hanno reso lo 0,3% e sono costate il 2,61%”.
Sul fronte dei rendimenti nei primi nove mesi del 2019 le prime 30 case di investimento che operano in Europa (e tra le quali rientrano il Gruppo Intesa, terzo con una massa gestita prossima ai 200 miliardi, e Anima con numeri vicini ai 65 miliardi) in media hanno generato una performance del 12,3%. Le prime 10 italiane nello stesso arco si attestano al 7,6%.