Contratti, compensi, infortuni, maternità, malattia. Sono tante le novità in arrivo per i rider con il decreto Salva imprese, su cui mercoledì l’Aula del Senato ha dato il via libera alla fiducia (168 voti favorevoli e 110 contrari). Ora il testo passa alla Camera, dove quasi certamente sarà blindato nuovamente con la fiducia, anche perché l’ultimo giorno utile per convertire il decreto è il 3 novembre.
Si compie così sotto il segno del governo giallorosso un percorso iniziato in epoca gialloverde. Quando Luigi Di Maio fu nominato ministro del Lavoro nell’esecutivo Conte 1, infatti, volle incontrare subito una rappresentanza dei rider, categoria professionale divenuta simbolo del lavoro sottopagato e senza tutele. Da allora, la trattativa è proseguita a singhiozzi fra le proteste delle piattaforme digitali specializzate in consegne a domicilio (Foodora, Just Eat, Deliveroo, ma non solo) e le perplessità dei sindacati.
Ora le nuove regole sono finalmente in rampa di lancio, ma la partenza sarà differita: tre mesi per le tutele e un anno per i compensi.
Vediamo nel dettaglio tutte le novità.
I RIDER DIVENTANO LAVORATORI DIPENDENTI
Il testo approvato in Senato modifica il Jobs Act inserendo le prestazioni di lavoro “organizzate mediante piattaforme anche digitali” tra i rapporti di lavoro subordinato. I rider diventano quindi lavoratori dipendenti, a meno che non abbiano un rapporto di collaborazione occasionale (fino a 5mila euro l’anno).
COMPENSI: VERSO L’ABOLIZIONE DEL COTTIMO
Il cottimo resta una strada praticabile solo per i lavoratori occasionali: per tutti gli altri viene abolito. Le parti dovranno perciò negoziare un contratto di settore. Se non lo faranno, 12 mesi dopo l’entrata in vigore della legge scatteranno alcune “norme paracadute”. È prevista ad esempio una paga minima oraria agganciata ai minimi dei contratti vigenti (quello della logistica, presumibilmente), oltre ad alcune indennità pari almeno al 10% del compenso di base per il lavoro notturno, nei giorni festivi e in “condizioni metereologiche sfavorevoli”.
INFORTUNI, MALATTIA E MATERNITÀ
La nuova versione del decreto migliora le tutele per gli iscritti alla gestione separata in materia di malattia (raddoppia l’indennità di degenza ospedaliera) e di maternità (congedo retribuito se il lavoratore ha versato almeno un mese di contributi alla gestione separata nei 12 mesi precedenti alla richiesta). Inoltre, il datore di lavoro ha l’obbligo di stipulare un’assicurazione sugli infortuni sul lavoro secondo i criteri Inail. Queste regole scatteranno a partire dal 90esimo giorno dall’entrata in vigore della legge.
CONTRATTO SCRITTO OBBLIGATORIO
Ogni rider avrà diritto a un contratto scritto. Se il datore di lavoro glielo negherà, il rider potrà chiedere un risarcimento. L’entità del risarcimento non dovrà superare l’importo dei “compensi percepiti nell’ultimo anno” e andrà calcolata in base alla gravità e alla “durata delle violazioni”.
STOP ALLE DISCRIMINAZIONI
I rider saranno inoltre tutelati dalle sanzioni antidiscriminatorie previste per tutti gli altri lavoratori. Inoltre, il testo vieta alle piattaforme di “ridurre le occasioni di lavoro” per “la mancata accettazione della prestazione”. Significa che la distribuzione del lavoro non potrà più essere affidata a un algoritmo di produttività, strumento che affida più consegne ai rider che accettano più incarichi, tagliando fuori gli altri.
LE ALTRE NORME CONTENUTE NEL DECRETO SALVA IMPRESE
Durante l’esame nelle commissioni Industria e Lavoro è stato approvato l’emendamento del Movimento 5 Stelle che sopprime lo scudo per i manager di Arcelor Mittal Italia (ex-Ilva). Il decreto Salva imprese contiene poi la norma sull’end of waste (lo sblocco delle attività di riciclo e recupero dei rifiuti), misure per i precari dell’Anpal e la proroga delle graduatorie nella Pa.