Oggi Boris Johnson tenterà per l’ennesima volta di ottenere il via libera dei Comuni all’accordo sulla Brexit entro il 31 ottobre siglato con Bruxelles. Potrebbe farcela, secondo il Financial Times, che gli accredita un margine di cinque voti di vantaggio. Ma la richiesta potrebbe essere respinta dallo Speaker, John Berkow, in quanto potrebbe trattarsi di una ripetizione del voto su uno stesso quesito. L’incertezza pesa stamane sulla sterlina: l’euro tratta a 0,864 (+0,3%) sulla valuta britannica. Piccola consolazione: il governo ha annunciato ieri il rinvio di una tassa già prevista sul vino importato dalla Ue.
IN CRISI L’EXPORT GIAPPONESE
Poco mossi i listini asiatici, in attesa di indicazioni da Londra. Non si segnalano novità sul fronte dei dazi in attesa del vertice dei Grandi a novembre. Intanto si moltiplicano i danni della guerra commerciale. La bilancia commerciale del Giappone si è chiusa a settembre con un calo del 5,2% delle esportazioni (in ribasso da dieci mesi di fila) ed un ribasso dell’1,3% delle importazioni. L’export della Corea del Sud è sceso del 19,5% nei primi venti giorni di ottobre.
La Borsa di Tokyo avanza stamane dello 0,4%, anche grazie alle parole del governatore Kuroda: non è da escludere, ha detto domenica, un prossimo allentamento della politica monetaria, un rilancio del Qe e misure fiscale espansive. Domani la Borsa giapponese sarà in vacanza per festeggiare l’incoronazione dell’imperatore Naruhito.
PECHINO DÀ UNA MANO ALLA BORSA DI HONG KONG
L’Hang Seng di Hong Kong guadagna lo 0,3% dopo l’ennesimo week end di proteste. Il rialzo è legato alle nuove regole che consentono di allargare alle azioni quotate nell’ex colonia britannica le agevolazioni previste per la compravendita di azioni nelle borse cinesi. Una novità ha messo le ali agli scambi su Xiaomi, il colosso della telefonia. Intanto Huawei ha ammesso per la prima volta difficoltà legate ai dazi.
Sale anche l’indice Csi 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen (+0,3%). Kospi di Seul +0,3%. In lieve calo la Borsa dell’Australia.
In calo stamane il petrolio: Brent -0,34% a 59,22 dollari il barile.
Oro invariato a 1.489 dollari.
L’euro dollaro è poco mosso a 1,116, sui livelli di venerdì (+1,1% in settimana).
LA CEDOLA DEL PRESTITO ITALIA ALLO 0,6%
Sotto i riflettori i titoli di Stato. Nella settimana dell’ultimo direttorio della Bce presieduto da Mario Draghi (nonché dell’ultima attesissima conferenza stampa del banchiere) il Tesoro procederà oggi e domani, salvo chiusura anticipata, al collocamento del Btp Italia. Il tasso cedolare (reale) annuo minimo garantito di questa obbligazione (con godimento 28 ottobre 2019 e scadenza 28 ottobre 2027) sarà pari allo 0,60%. Dopo il collocamento retail, la seconda fase, che si svolgerà nella sola mattinata del 23 ottobre, sarà riservata agli investitori istituzionali.
FRANCOFORTE BLINDATO DALLE DECISIONI DI SUPERMARIO
Ma i riflettori sono concentrati sull’ultima volta di Mario Draghi mentre il pressing dei falchi già si dirige su Christine Lagarde. Ma, in attesa delle modalità del nuovo Quantitative Easing, la sensazione è che il banchiere uscente sia riuscito a blindare la strategia della banca. Secondo un sondaggio condotto da Bloomberg tra gli economisti, gli ultimi annunci di fatto congelano la politica monetaria della Banca centrale europea per i prossimi tre anni e sarà improbabile assistere a un rialzo dei tassi prima del 2022.
OGGI ROSSI AI VERTICI DI TELECOM. CONSIGLIO CALDO IN GEDI
Il calendario di Piazza Affari segnala oggi altri appuntamenti di rilievo: l’evento clou sarà il consiglio di Tim che nominerà alla presidenza Salvatore Rossi. Da seguire anche il cda di Gedi per i conti del trimestre. Oggi si terrà l’Aim Conference.
DEUTSCHE BANK PRMUOE IL GESTITO. UN TAGLIO PER FERRAGAMO
Un report di Deutsche Bank sul risparmio gestito conferma il giudizio Buy su Fineco Bank, alzando il target price a 11,70 euro da 11,40 euro precedente (upside potenziale +16% circa).
Gli stessi analisti hanno ribadito la raccomandazione Buy anche su Banca Generali (target da 31 a 32,50 euro) e su Banca Mediolanum (target da 8,30 a 8,80 euro). Maggior prudenza è stata espressa su Azimut: giudizio Hold confermato, target limato da 19,50 a 19,30 euro.
Jefferies stamattina ha deciso di tagliare il prezzo obiettivo di Salvatore Ferragamo a 17,50 euro da 21 euro, mantenendo la raccomandazione Hold (Neutrale).
TRIMESTRALI: AMAZON, MICROSOFT, BOEING ALLA SBARRA
Sui mercati americani, in attesa della riunione del Fomc di fine ottobre, tengono banco le trimestrali. Tra le più importanti Amazon e Microsoft, ma gli operatori guarderanno anche alle trimestrali di Ford e Tesla, occasione per fare il punto sulla salute dell’auto. Un occhio particolare la merita la trimestrale di Boeing, ancora nell’occhio del ciclone con le autorità nell’inchiesta sulle cause delle sciagure aeree del 737 Maxx.
BRACCIO DI FERRO SU LYBRA
Mercoledì Mark Zuckerberg apparirà di fronte al Congresso per difendere il progetto Lybra, la valuta virtuale bersaglio di numerose critiche, comprese quelle emerse nel weekend nella riunione dei ministri delle Finanze del G20: Italia, Francia e Germania hanno sollecitato misure per frenare il decollo selvaggio della nuova moneta. Nella riunione si è anche parlano delle tasse sui colossi del digitale: l’obiettivo è di mettere a punto una legislazione comune in sede Ocse entro il giugno 2020.
In Europa attenzione alla trimestrale di Sap e, nel comparto bancario, a Ubs e Barclays.