Compostaggio diffuso. Questo il nome del nuovo progetto lanciato da Acea, e realizzato in collaborazione con Enea e Università della Tuscia, per la gestione dei rifiuti organici. Lo ha annunciato Stefano Donnarumma, amministratore delegato della multiutility romana, nel corso della giornata promossa da Acea dal titolo “Impresa, sostenibilità, futuro”.
L’idea prevede la realizzazione di un mini-impianto, chiamato SmartComp, dotato di una tecnologia a sensori che consentirà di trattare rifiuti organici a chilometro zero. In sostanza, Acea investe sull’innovazione con un programma che per ora prevede l’installazione di 250 SmartComp entro il 2022 per realizzare in maniera diffusa un sistema dalla capacità di 25mila tonnellate l’anno – pari a quella di un impianto localizzato che gestisce rifiuti organici prodotti da una città di 250.000 abitanti – con un risparmio stimato del 30% circa sui costi di gestione della filiera nazionale.
Il compostaggio diffuso “garantisce una minore produzione di rifiuti – spiega Acea in una nota – e consistente un risparmio sui costi di gestione per tutto il sistema di waste management nazionale, per la filiera di recupero della singola utenza”.
Inoltre, il nuovo sistema ha un “impatto positivo sull’ambiente, grazie alla riduzione delle emissioni di gas serra dovuta all’eliminazione del relativo trasporto rifiuti su gomma e della raccolta puntuale sul territorio”.
“Questo progetto – ha detto Donnarumma – si inquadra nelle linee guida del piano industriale 2019-2022 del gruppo, che prevede investimenti in Sostenibilità per un totale di 1,7 miliardi, con un incremento di 400 milioni rispetto al piano precedente”.
L’investimento si inquadra nella strategia di sostenibilità intrapresa dall’azienda e rappresenta, anche, un passo ulteriore verso l’attenzione per il settore strategico dei rifiuti il cui smaltimento a Roma sarebbe affidato all’altra controllata del Comune, l’Ama, con i risultati che sono purtroppo quotidianamente sotto gli occhi di romani e turisti in visita nella Capitale.