Il duro risveglio. Napoli e Roma gettano al vento la possibilità di sfruttare i turni casalinghi con Cagliari e Atalanta, rimediando anzi due brutte sconfitte che rischiano di pesare non poco sulle rispettive ambizioni. Ancelotti sognava di avvicinarsi alla vetta della classifica, Fonseca di impadronirsi della zona Champions, ma entrambi devono fare i conti con una realtà ben diversa, oltre che con le inevitabili critiche di due piazze molto calde, nel bene e nel male.
Il ko più inaspettato è certamente quello del Napoli, beffato dal Cagliari a ridosso del 90’ dopo una partita giocata all’attacco, in particolare nel secondo tempo, quando il gol azzurro sembrava poter arrivare da un momento all’altro. Dopo una prima frazione un po’ sottotono, nella quale lo 0-0 poteva starci tranquillamente, gli azzurri si sono infatti riversati in massa nella trequarti sarda, costringendo la squadra di Maran a difendersi con quasi tutti gli effettivi.
Le occasioni non si contano neanche, anche se basterebbe citare i due pali di Mertens o la parata di Olsen su Koulibaly per spiegare l’andamento del match ma la palla, nonostante la spinta del San Paolo, non è mai entrata. Nella porta del Cagliari s’intende, perché all’87’, dopo un contropiede fulminante, ecco il colpo di testa di Castro a gelare Meret e con lui tutta Fuorigrotta.
Il Napoli, conscio dell’enorme occasione sprecata, s’è lasciato andare a isterismi eccessivi, finendo per perdere, oltre alla partita, anche Koulibaly, espulso per proteste e dunque squalificato per il Brescia. Questa volta, insomma, la via del turnover (8 cambi rispetto a Lecce) non ha pagato, anche se il motivo della sconfitta, forse, sta più nella sfortuna che in tante teorie.
“Siamo molto dispiaciuti per una partita ben giocata e per il risultato, abbiamo creato tanto, colpito anche due pali – ha sospirato Ancelotti. – Si poteva fare meglio, come sempre, ma bisogna stare attenti a giudicare le prestazioni dai risultati, io questo non lo faccio, non ci sto. Se la classifica mi preoccupa? Visto che volete trovare la critica per forza, dico che sì, la classifica piange, quindi stasera piangeremo tutti…”.
Nervosismo comprensibile per una sconfitta inaspettata e gelante, un po’ come quella della Roma. La partita con l’Atalanta aveva la stessa valenza di un esame importante, in grado di dare una dimensione più precisa della stagione, chiarendo una volta per tutte il valore della rosa. Missione fallita perché lo 0-2 finale, semmai, rilancia alla grande la squadra di Gasperini, di nuovo in formato ammazza-grandi, non certo una Roma costretta a fare i conti, ancora una volta, con tutti i limiti di un gioco troppo spregiudicato. Fonseca, alla vigilia, aveva parlato di una fase difensiva in grande crescita ma i numeri dicono che, eccezion fatta per l’esordio in Europa League, la sua squadra ha sempre preso gol.
Un problema non da poco per chi vuole ambire al vertice, e infatti il ruolino di marcia, dopo cinque giornate, vede solo due vittorie, di cui una in pieno recupero. Ieri per oltre un’ora abbiamo assistito a una partita equilibrata, nella quale nessuno riusciva a trovare la giocata giusta per scardinare l’avversario. Ci avevano provato Dzeko (32’, grande parata di Gollini) e Zaniolo (splendida azione personale sprecata però al momento decisivo) da una parte, Ilicic dall’altra (gran tiro fuori di poco), ma le reti erano rimaste inviolate.
Al 71’ però, 10 minuti dopo il suo ingresso in campo, ecco il missile di Zapata a bucare la porta di Pau Lopez e a zittire l’Olimpico, eccezion fatta per i bergamaschi presenti. La Roma provava a reagire ma, eccezion fatta per un salvataggio di Gollini su Kalinic, era ancora l’Atalanta a rendersi pericolosa, prima sfiorando il 2-0 ancora con Zapata (palo a portiere battuto), poi trovandolo con De Roon, bravo a sfruttare l’uscita a vuoto di Pau Lopez e a chiudere definitivamente il match.
“Dobbiamo dire che hanno meritato la vittoria perché non abbiamo fatto una buona partita – ha ammesso Fonseca. – Ci sono state difficoltà nella marcatura a uomo, nelle linee di passaggio, nel controllo della gara. Ora però è importante rimanere sempre equilibrati, non siamo diventati i peggiori come non eravamo i migliori prima. Dobbiamo capire e analizzare gli errori fatti ma questa sconfitta non è un dramma”.
Napoli e Roma potevano diventare grandi, invece sono rimaste nel limbo. E il timore di un’altra stagione di transizione, a questo punto, è molto più di un cattivo pensiero.