Giuseppe Pasini, classe 1961, apre la corsa alla presidenza di Confindustria. L’imprenditore siderurgico e presidente degli industriali di Brescia scende in campo con ampio anticipo e si candida ufficialmente alla successione di Vincenzo Boccia alla guida della confederazione. Il consiglio generale dell’Aib (Associazione industriali Brescia) lo ha infatti designato, approvando una mozione nella quale gli viene richiesto di “verificare le condizioni per una candidatura alla presidenza di Confindustria”.
La mossa dei bresciani spariglia le carte e accende il faro sui possibili sfidanti. Da qualche tempo infatti si parlava di Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, come del “predestinato” alla successione come candidato forte della più importante tra le associazioni regionali di Confindustria, quella della Lombardia per l’appunto. Ora però occorrerà verificare chi, tra i due concorrenti, vincerà la corsa e su questo potrebbe dare delle indicazioni l’assemblea annuale di Assolombarda fissata per il 3 ottobre. In particolare potrebbe essere proprio la relazione di Bonomi a fare capire quale aria tira dalle parti di Milano.
La sfida comunque è lanciata e Pasini con la sua Feralpi, di cui è presidente, rappresenta uno dei principali gruppi siderurgici europei con un fatturato di 1,3 miliardi, una quota di export del 62% e 1.500 dipendenti. Dal 2001 al 2012 ha guidato la Federacciai e dal 2017 gli industriali di Brescia. Il suo profilo corrisponde dunque a quello di un potenziale presidente di Confindustria.
Non è detto poi che non emergano altri candidati da altre associazioni regionali e uno dei papabili per completare la terna potrebbe essere il presidente di Erg e del Sole 24 Ore Edoardo Garrone, già vice presidente di Confindustria con la delega per le relazioni sindacali. Garrone venne chiamato a correre per la precedente elezioni ma preferì declinare l’invito. Cosa farà ora?
Si è invece ritirato dalla contesa Matteo Zoppas, presidente degli industriali veneti che proprio lunedì si è dimesso dal suo incarico per “indifferibili impegni di lavoro”