Il Cda di Mediobanca ha approvato il bilancio al 30 giugno, chiuso con un risultato netto di 386,2 milioni di euro per la capogruppo (in miglioramento dai 337 milioni nell’esercizio 2017-18) e di 823 milioni per il gruppo (da 863,9 milioni). Come anticipato lo scorso 31 luglio, all’Assemblea degli Azionisti del 28 ottobre verrà proposta l’assegnazione di un dividendo lordo unitario pari a 0,47 euro per azione. L’importo sarà messo in pagamento dal 20 novembre con record date il 19 novembre e data stacco il 18 novembre.
Il Cda ha anche approvato l’istituzione del Comitato Corporate Social Responsibility, formato dall’amministratore delegato Alberto Nagel (Presidente) e dagli amministratori indipendenti Angela Gamba, Maximo Ibarra e Elisabetta Magistretti, con compiti istruttori sulle materie di sostenibilità da sottoporre all’attenzione del Board.
Il Consiglio ha quindi deliberato di convocare per il 28 ottobre 2019, in unica convocazione, l’Assemblea ordinaria dei Soci per deliberare sui seguenti argomenti:
- Bilancio al 30 giugno 2019, relazione del Consiglio di Amministrazione e della Società di Revisione; Relazione del Collegio Sindacale; delibere relative;
- Politiche di remunerazione e di incentivazione del personale del Gruppo: politiche di remunerazione; determinazione del rapporto tra la remunerazione variabile e fissa nella misura massima di 2:1; politiche in caso di cessazione dalla carica o conclusione del rapporto di lavoro;
- Aggiornamento del piano di Performance Shares.
Fin qui tutto normale ma la verità è che da qualche giorno la vita di Mediobanca è radicalmente cambiata perchè l’ingresso nel capitale di un azionista forte come Leonardo Del Vecchio è destinato a rendere la banca sempre più contendibile, tanto più se il terzo azionista (Del Vecchio) si muove in sintonia con il primo (Unicredit) e tanto più se Del Vecchio e l’ad di Mediobanca, Alberto Nagel, non sembrano avere le stesse idee su molti dossier, a partire da Generali, primo asset di Piazzetta Cuccia.