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Effetto Draghi: la Borsa corre e lo spread è sempre più giù

L’annuncio del bazooka della Bce dà slancio alle Borse e Piazza Affari scavalca la soglia psicologica dei 22 mila punti base – Lo spread sotto quota 140.

Effetto Draghi: la Borsa corre e lo spread è sempre più giù

Anche l’ultimo Draghi Day, come tanti di questo lungo mandato da presidente della Bce che volge al termine, scatena l’entusiasmo dei mercati. E non poteva essere altrimenti: Super Mario ha annunciato a Francoforte l’ultimo colpo di reni prima di lasciare il posto a Christine Lagarde, tagliando il tasso sui depositi di 10 punti base e soprattutto confermando che il Quantitative easing sui titoli di Stato che scatterà dal 1° novembre al ritmo di 20 miliardi al mese, proseguirà “fin quando necessario per rafforzare l’impatto accomodante dei tassi”.

Una sorta di nuova versione del “whatever it takes”, il celebre slogan che rese famoso Draghi nell’estate del 2012, quando al primo anno di mandato fece subito capire la linea seguita nei successivi sette anni.

Il risultato è che lo spread Btp Bund scende addirittura sotto i 140 punti, perdendo un ulteriore 12% rispetto al valore dell’apertura di stamattina: si chiude a 138 punti base, sui valori di un anno e mezzo fa (maggio 2018). Esulta anche Piazza Affari, col FtseMib che chiude a +0,88% sopra i 22.000 punti (22.083 per la precisione) e le banche abbastanza protagoniste: in realtà i titolo migliori sono Pirelli +3,75%, Amplifon +3,3%, Enel +2,65% e Terna +2,6%, ma partecipano al clima positivo anche Unicredit +2%, Intesa Sanpaolo +0,7%, Banco Bpm +2%, Ubi Banca +1,6%.

Bene, ma con più moderazione, anche gli altri listini europei, a parte Londra che chiude piatta, con tutti i dubbi relativi a una Brexit ormai sempre più vicina. Draghi peraltro è intervenuto anche su questo tema: “Il nostro scenario di base è benigno perchè non tiene in conto il rischio dell’hard Brexit, le cui probabilità sono ora aumentate”, ha ammesso il presidente uscente dell’Eurotower.

Si interrompe il recupero del petrolio, che cala anche oggi dopo le indiscrezioni secondo cui Donald Trump starebbe valutando di attenuare la morsa delle sanzioni contro l’Iran: il Brent scende sotto i 60 dollari al barile, Wti intorno ai 54.5 dollari. Si apprezza leggermente l’euro sul dollaro, intorno a 1.105. Riprende fiato l’oro dopo la tendenza ribassista di questi primi giorni di settembre: oggi torna sopra i 1.500 dollari l’oncia.

Tornando a Piazza Affari, sul Ftse Mib soffrono invece gli industriali: Prysmian e Atlantia tra i peggiori, male anche Tenaris e Unipol. Continua il momento no della Juventus, in rosso oggi e che nell’ultimo mese ha perso il 5%. Fuori dal paniere principale, uno dei titoli peggiori è I Grandi Viaggi -3,23%, che pubblica una trimestrale deludente con 5,4 milioni di perdite, mentre svetta sul segmento STAR la società chimica Isagro: +8% oggi, +14% nell’ultimo mese.

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