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Juve-Napoli: giostra di gol, ma decide l’autorete di Koulibaly

Girandola di gol tra i campioni d’Italia e la squadra di Ancelotti, che rimonta 3 gol ma viene trafitta da Koulibaly – Prima vittoria in casa per il Milan: 1-0 sul Brescia

Juve-Napoli: giostra di gol, ma decide l’autorete di Koulibaly

La decide Koulibaly. Solo che questa volta, a differenza del 22 aprile 2018, il gol del senegalese non porta 3 punti al Napoli, bensì alla Juventus. Il 4-3 dello Stadium certifica una partita pazza come non mai, una vera e propria giostra del gol che ha regalato emozioni a tutti gli spettatori, anche, se non soprattutto, a quelli neutrali. I tifosi bianconeri e azzurri invece, specialmente i puristi, si saranno esaltati per le giocate dei loro beniamini ma avranno anche storto il naso per i numerosi errori, specialmente difensivi, degli stessi, a dimostrazione che il calcio d’agosto, per quanto importante, è ancora troppo sperimentale per essere davvero attendibile.

Va da sé però che i 3 punti erano pesanti e quelli, per l’ennesima volta, se li è presi la Signora, seppur al termine di una partita troppo pazza per i suoi gusti. Fino al 66’ era stata una prestazione pressoché perfetta per la banda Sarri, corta e cattiva come nel recente passato ma bella, a tratti addirittura bellissima, come da mission presidenziale.

Poi però la batteria s’è esaurita e il Napoli, sin lì in grande difficoltà dalla cintola in giù, ha fatto valere la sua bravura offensiva, specialmente sulle palle inattive, rimettendo in gioco ogni discorso. Il 4-3 finale, per quanto definitivo, non sposta il giudizio su una gara che, al netto di quanto accaduto, avvicina di molto le due squadre: per lo scudetto, insomma, sarà battaglia fino alla fine.

“Il calo fisico è stato importante, il Napoli ci ha messo in difficoltà ma c’è da risaltare quell’ora di gioco in cui si poteva concretizzare qualche situazione in più – le parole di Martusciello. – Dopo il 3-0, complice la condizione precaria e un calo mentale, forse abbiamo ragionato in maniera sbagliata e concesso ad avversari di questa portata di farci male. Però risalterei la grandissima prima ora, una cosa che mi ha colpito in maniera forte è che questo gruppo non molla mai. Anzi, nelle difficoltà tira sempre fuori qualcosa di più e di diverso e anche stavolta l’ha confermato”.

“La partita sarebbe potuta finire con qualsiasi risultato ma la prestazione del Napoli non è stata sufficiente – il commento amaro di Ancelotti. – Questa sera abbiamo perso una buona occasione, la squadra ha iniziato a giocare dopo un’ora, quando la partita era già persa. Sarei stato deluso anche se avessimo pareggiato”.

Di certo allo Stadium non è mancato lo spettacolo, vero comune denominatore di un match aperto dall’inizio alla fine. La prima occasione l’ha avuta Zielinski (super parata di Szczesny), dopodiché ecco l’uno-due che sembrava aver messo il Napoli ko. Prima il gol di Danilo, entrato da 29” al posto dell’infortunato De Sciglio (16’), poi la perla di Higuain, fantastico nel dribblare Koulibaly e freddare Meret con un tiro da urlo (19’).

Gli azzurri hanno accusato il colpo, su questo non c’è dubbio: a evitare la debacle già nel primo tempo ci hanno pensato lo stesso portiere napoletano e la traversa della Curva Sud, entrambi decisivi su un Khedira in grande spolvero. A inizio ripresa Ancelotti ha provato a mischiare le carte (fuori Ghoulam e Insigne, dentro Mario Rui e Lozano) ma è stata ancora la Juve a timbrare il cartellino, questa volta con l’attesissimo Cristiano Ronaldo, bravo e freddo nello sfruttare il secondo assist di serata dello scatenato Douglas Costa (62’).

Sembrava un trionfo bianconero, con tutto lo stadio a irridere gli avversari usando i loro stessi cori, poi però, al 66’, ecco la zampata di Manolas. All’apparenza solo un gol buono per tabellini, scommesse e fantacalcio, ma quando due minuti dopo Lozano ha battuto nuovamente Szczesny, ecco che il match s’è clamorosamente riaperto.

A quel punto infatti la Juve ha pericolosamente arretrato il baricentro, consentendo al Napoli di caricare a testa bassa in cerca del pareggio. Che è arrivato all’81’ con Di Lorenzo, bravissimo a sfruttare al meglio una punizione, mettendo così a nudo tutti i limiti difensivi di una Signora a cui l’assenza di Chiellini, probabilmente, farà davvero molto male.

Ma il peggio lo ha combinato il Napoli in pieno recupero: la deviazione sciagurata di Koulibaly ha cancellato gli enormi sforzi fatti per rimettere in piedi il match, regalando alla Juve 3 punti tanto pesanti quanto, a questo punto, insperati (92’).

Decisamente meno pirotecnica, ma altrettanto importante, la vittoria del Milan sul Brescia, un 1-0 che non passerà certo alla storia per lo spettacolo offerto ma che, forse, permetterà a Giampaolo di iniziare davvero a costruire qualcosa di buono. Partita complessa quella di San Siro, tra due squadre molto più vicine di quanto non dica la cosiddetta carta, perlomeno ad oggi. Perché la corsa e l’organizzazione delle rondinelle hanno tenuto in bilico i giochi per quasi tutta la gara, tanto che le occasioni migliori dei rossoneri, eccezion fatta per il gol decisivo di Calhanoglu (12’), sono arrivate nei minuti finali, con il gruppo Corini evidentemente allungato in cerca del pareggio e quello Giampaolo rinvigorito dagli ingressi di Paquetà e Piatek.

Era stata proprio la loro assenza dall’undici titolare a sorprendere di più, specialmente per il polacco, lasciato in panchina in virtù di André Silva. Scelte discusse e coraggiose, legittimate però da un gioco molto migliorato rispetto a Udine, seppur ancora lontano dalle ambizioni societarie. Al Milan, oltre al gol di Calhanoglu, restano le parate di Donnarumma (splendida quella su Sabelli nel primo tempo), il palo di Paquetà e le tre occasioni avute da Pietak, fallite solo grazie all’ottimo Joronen, ma soprattutto una bella iniezione di fiducia in vista del dopo-sosta, quando si inizierà davvero a fare sul serio.

“A tratti ho visto buone cose, poi abbiamo perso un po’ il controllo della partita, ci siamo allungati – l’analisi di Giampaolo. – C’è tanto lavoro da fare, ho intravisto cose positive ma c’è bisogno di lavorare assieme, finora lo abbiamo fatto solo parzialmente. Perché André Silva e non Piatek dall’inizio? Il Milan dispone di una rosa di calciatori forti, per ogni partita posso scegliere…”. Certamente fino a domani, quando il mercato stabilirà con esattezza l’elenco dei calciatori a disposizione. Almeno questo problema, infatti, dopo la sosta non ci sarà…

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