La trattativa tra il premier designato Giuseppe Conte e i capigruppo parlamentari di Pd e Cinque Stelle sul programma di governo ha fatto “passi avanti” ma resta il nodo politico generale e cioè l’incognita Di Maio che, con il suo ultimatum di ieri, ha fatto intendere che non vuole arretrare nella sua pretesa di restare vicepresidente del Consiglio, malgrado lo scenario politico sia completamente cambiato rispetto a prima.
Nel corso della mattina il premier Conte si è improvvisamente recato al Quirinale per conferire con il Presidente della Repubblica, Giuseppe Mattarella, sullo stato delle trattative, ma il fuori programma aveva fatto temere che potesse rinunciare all’incarico per le difficoltà insorte ieri, ipotesi prontamente smentita.
Parole incoraggianti sono state pronunciate, dopo il vertice di Palazzo Chigi, dai capigruppo del Pd e dei Cinque Stelle sull’avanzamento dei colloqui per la definizione del programma. Ma il presidente dei senatori del Pd, Andrea Marcucci, è stato altrettanto chiaro nel sottolineare che, al di là del programma, serve un “chiarimento politico generale” sulle prospettive e sulla governance dell’alleanza Pd-Cinque Stelle.
Dopo aver accettato la candidatura a premier di Conte, espresso dai Cinque Stelle, il Pd non intende affatto avallare la conferma a vicepremier di Di Maio sia perchè il grillino è uno dei principali simboli della fallimentare esperienza politica di governo con la Lega, sia perchè gli equilibri della nuova squadra di governo sarebbe troppo sbilanciata a favore dei Cinque Stelle.
Si torna così al punto di partenza: tre vicepremier (due del Pd e uno di M5S), due (Pd e Cinque Stelle), uno solo (Pd) o nessuno (come preferirebbe Conte)? Il rebus resta sul tavolo e nelle prossime ore si capirà se può essere sciolto e se il Governo Pd-Cinque Stelle può davvero nascere o se il rischio di nuove elezioni torna ad aleggiare sulla scena politica. Si parla di un nuovo vertice tra Conte, Zingaretti e Di Maio che dovrebbe tenersi nella giornata di domenica e in vista del quale il leader dei Cinque Stelle ha presieduto oggi pomeriggio una riunione dei maggiori esponenti grillini. Se saranno rose, fioriranno