Quando il Conte Bis sembrava ormai ad un passo, Luigi Di Maio alza il tiro rischiando di far saltare i negoziati con il Partito Democratico: o i democratici accettano i punti del programma del Movimento o si torna a votare. E sul decreto sicurezza c’è un clamoroso passo indietro: “Non ha senso contestarne la ratio”.
Questo quanto affermato dal leader pentastellato al termine delle consultazioni con il Premier incaricato, Giuseppe Conte, al quale è indirizzato l’aut aut con l’occhio alla distribuzione delle poltrone ministeriali perché Di Maio non tollera l’abolizione dei vicepremier ipotizzata dal Presidente del Consiglio.
Secondo Di Maio, Conte sarebbe un premier “super partes”, non un rappresentante del Movimento 5 Stelle. Due parole che mandano un messaggio chiaro al Presidente incarico e al PD: non essendo un politico in quota 5S, questi ultimi possono legittimamente rivendicare la necessità di esprimere un vicepremier. Non a caso, Di Maio ha sottolineato di aver già rinunciato per due volte alla possibilità di diventare Presidente del Consiglio.
Un altro boccone amaro da ingoiare per il PD potrebbe poi riguardare i due decreti sicurezza. “Riteniamo che non abbia alcun senso parlare di modifiche ai decreti sicurezza. Vanno tenute in considerazioni le osservazioni del capo dello Stato ma senza modificare la ratio di quei provvedimenti. Ho detto che non rinneghiamo questi 14 mesi di governo”.
“O passano i nostri punti del programma o meglio tornare al voto“, specifica il capo politico del M5S con un massimalismo che mal si concilia con il tentativo di raggiungere un’intesa con il Pd.
Immediata la replica del vicesegretario dem, Andrea Orlando: “Di Maio ha cambiato idea? Lo dica chiaramente”. Preferisce invece smorzare i toni Conte: “Di Maio duro? Non ho sentito il discorso”, dice al termine delle consultazioni. Ma Zingaretti non ha gradito e ha scritto un tweet all’indirizzo di Di Maio: “Basta ultimatum, sennò ci fermiano”.
Da sottolineare che, poco prima dell’incontro con il M5S, il Premier incaricato aveva incontrato la delegazione del PD: “Abbiamo indicato al presidente incaricato quelli che devono essere i principali elementi di novità per un governo di svolta per questo nostro Paese” ha dichiarato il segretario dem Nicola Zingaretti dopo il colloquio. “Innanzitutto – ha aggiunto – il taglio delle tasse sui salari medio bassi come elemento di giustizia” e per il rilancio dei consumi”. Poi “il tema del lavoro con un vero e proprio piano con investimenti pubblici e incentivi per investimenti privati, le infrastrutture green e per industria 4.0”.
Sui migranti, Zingaretti ha affermato: “A Conte chiediamo che sui decreti sicurezza si proceda almeno al recepimento delle indicazioni pervenute dal presidente della Repubblica”.