Altro che bel gioco. Milan e Roma steccano alla prima e confermano tutte le perplessità della vigilia: i proclami sulla ricerca dello spettacolo si sono scontrati impietosamente con i limiti di due rose ancora troppo incomplete per competere al meglio.
Certo, la “maglia nera” della giornata spetta alla squadra di Giampaolo e non solo per il risultato: a preoccupare sul serio, più dell’1-0 finale, è stata la prestazione triste e incolore, come si evince dalla mancanza assoluta di palle gol create. Scenario in netta controtendenza con le aspettative create da Giampaolo, preso dal club proprio per il suo calcio offensivo e brillante, e invece il suo Milan è lontano anni luce da tutto ciò, tanto da allarmare società e tifosi già ad agosto. L’assenza di nuovi acquisti nella formazione iniziale e l’evidente caos sul mercato possono essere una giustificazione, gli esperimenti tattici (Calhanoglu regista, Borini mezzala, Suso trequartista, Castillejo seconda punta) e i proclami d’inizio luglio (“testa alta e giochiamo a calcio”) invece no. La realtà attuale si è vista a Udine, con un Milan prevedibile a livello tattico e spompo oltre ogni ragionevole aspettativa fisicamente: ne è uscito un match brutto, nel quale l’Udinese ha avuto la meglio grazie a un colpo di testa di Becao sugli sviluppi di un corner (72’).
Prima e dopo tanta noia e un giallo arbitrale piuttosto luminoso: il tocco col braccio di Samir, alla luce delle nuove regole poteva essere punito con il rigore. “È un episodio che poteva cambiare il destino della partita ma credo che gli arbitri debbano ancora avere una loro discrezionalità – il commento di Giampaolo. – Perdere non fa mai piacere ma la partita mi ha dato diverse indicazioni, non è questione di Suso o Castillejo in ruoli diversi, ma anche Piatek ha caratteristiche diverse e gioca da prima punta. Dobbiamo lavorare, sicuramente ci metteremo diversamente. Non è colpa loro, ma il mio compito è non snaturare i miei giocatori: farò delle modifiche”. La sensazione è che se non ci saranno aiuti dal mercato (vedi Correa, decisamente più adatto a fare il trequartista dello spaesato Suso) si tornerà al 4-3-3, in barba a gran parte del lavoro estivo.
Non siamo a questi livelli, ma nemmeno troppo lontani, invece in casa Roma, dove bisogna fare i conti con il 3-3 casalingo contro il Genoa. Pareggiare è meglio che perdere, su questo non c’è dubbio, certo però che un risultato così “strano” contro una squadra che, fino a due mesi fa, lottava per non retrocedere lascia perplessi, tanto più che domenica prossima ci sarà il derby e la Lazio vista ieri (3-0 a Marassi con la Sampdoria) fa decisamente paura. Partita pazza all’Olimpico, in perfetto stile Fonseca: il tecnico aveva chiesto spettacolo in fase offensiva, dimenticando però di parlare della difesa. Reparto che, peraltro, necessita di interventi sul mercato, altrimenti la coppia Fazio-Juan Jesus (guardare il fallo da rigore su Pinamonti per credere) rischia di essere l’unica certezza (?). E dire che la gara si era messa subito bene con Under a sbloccarla grazie a una splendida azione personale (6’), poi però ecco la prima sbavatura della serata punita da un Pinamonti in versione Under 20 (16’).
A rimettere a posto le cose pareva essere il gran gol di Dzeko, di nuovo al centro della Roma e autore di una grandissima giocata (30’), ma poco dopo arrivava la follia di Juan Jesus, sciagurato nel commettere fallo da rigore, poi trasformato da Criscito (43’). A inizio ripresa una punizione di Kolarov riportava in vantaggio i giallorossi (49’), il Genoa però non si arrendeva e al 70’, su un altro errore difensivo, trovava il nuovo pareggio con Kouamé, fissando il risultato sul definitivo 3-3. “Abbiamo iniziato molto bene, il problema è stata la fase difensiva – l’analisi di Fonseca. – Offensivamente abbiamo dominato ma ci serve trovare equilibrio, il Genoa è riuscito a segnarci 3 gol in casa nostra, così diventa difficile vincere. Bisogna migliorare molto e prepararci al meglio per il derby”.
Questa sera invece toccherà all’Inter, altra grande attesa di questo campionato. I nerazzurri di Conte infatti vengono considerati dei potenziali rivali di Juventus e Napoli, un po’ per il blasone ma molto, se non soprattutto, per gli acquisti estivi, tra cui spiccano Lukaku e lo stesso allenatore. Il match di San Siro col Lecce (ore 20.45) darà dunque le prime indicazioni sul loro reale valore, in attesa che il mercato faccia il resto.
“Quello che posso dire è che la rincorsa è iniziata, stiamo costruendo qualcosa di importante – ha confermato Conte senza nascondersi. – Devo essere obiettivo e ammettere che con Juve e Napoli c’è ancora un gap importante, io però ho sempre detto che non dobbiamo porci dei limiti ma lavorare bene, anzi meglio degli altri. Solo il tempo, poi, ci dirà per cosa lotteremo”. Parole che caricano oltre misura il tifo interista, dimostratosi già campione della classifica abbonamenti (40 mila, più di tutti in Italia) e pronto ad affollare San Siro sin da questa sera, quando saranno in 65 mila per la sfida contro il neo promosso Lecce. In mezzo a loro ci sarà Icardi, la cui vicenda, nonostante la non convocazione, potrebbe essere vicina a un punto di svolta. Mentre radio-mercato continua a indicare la Juve come possibile destinazione Wanda Nara, presente a Tiki Taka come ogni domenica che si rispetti, ha ribadito come il futuro di Mauro potrebbe essere ancora all’Inter.
“Lui pensa che la sua storia in questo club non sia ancora finita – ha rivelato la moglie-agente dell’argentino. – Magari qualcuno gli ha detto di restare. Chi? Forse quello che comanda…”. Il mistero dunque s’infittisce, nel frattempo però è tempo di pensare al campo e alla partita contro il Lecce, da vincere a tutti i costi per partire col piede giusto. Conte la affronterà con un 3-5-2 con Handanovic in porta, D’Ambrosio, De Vrij e Skriniar in difesa, Candreva, Vecino, Brozovic, Sensi e Asamoah a centrocampo, Lautaro e Lukaku in attacco. Liverani, al debutto in Serie A, tenterà l’impresa con un 4-3-1-2 che vedrà Gabriel tra i pali, Rispoli, Rossettini, Lucioni e Calderoni nel reparto arretrato, Petriccione, Tachtsidis e Majer in mediana, Falco sulla trequarti a supporto della coppia offensiva composta da La Mantia e Lapadula.