L’accordo di governo tra i Cinque Stelle e il Pd è già a un passo dal fallimento, anche se le trattative vanno avanti. Dopo un incontro “costruttivo” tra i capigruppo parlamentari delle due forze politiche, in serata il capo politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, ha ribaltato la situazione portandola a un passo dal baratro e ridando speranza alla Lega di poter tornare in gioco.
Incontrando il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, Di Maio ha posto due pregiudiziali all’accordo di governo molto nette: la conferma di Giuseppe Conte alla Presidenza del Consiglio, su cui nelle ultime ore si era speso anche Beppe Grillo, e l’approvazione immediata del taglio dei parlamentari, che rinvierebbe di almeno sei mesi le elezioni ma non fornirebbe alcuna garanzia sulla correzione della legge elettorale.
Di fronte all’ultimatum di Di Maio, il segretario del Pd – che ha poi ricevuto il pieno sostegno di Matteo Renzi – è parso spiazzato e ha respinto la richiesta del Conte bis: “Nulla di personale contro Conte – ha detto – ma il problema è politico e il Pd chiede un governo di discontinuità e di svolta”.
A questo punto tutto può succedere ma se un accordo tra M5S e Pd si rivelasse impossibile, potrebbe tornare in gioco Salvini che non per caso ha già detto di essere pronto ad approvare subito il taglio dei parlamentari e ha sornionamente offerto la guida del governo all’ambizioso Di Maio.
Martedì il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella pretenderà che tutte le forze politiche mettano le carte in tavola salvo formare un governo di garanzia che porti il Paese alle elezioni sotto la guida di una personalità indipendente. Nelle prossime ore si capirà meglio se l’ultimatum di Di Maio è un azzardo tattico o il preludio al cambio di scenario, ma fin da ora una considerazione sembra ovvia: poichè i Cinque Stelle vedono le elezioni come il fumo negli occhi, una loro riapertura dei giochi con la Lega non potrebbe basarsi sulla riconferma di Conte (che su Salvini ha sparato a zero al Senato) ma spianerebbe la strada all’ascesa di Di Maio a Palazzo Chigi. Salvo ricoprire di ridicolo gli stessi Cinque Stelle per i disinvolti giochi di palazzo sulla pelle di un Paese che attende solo di essere governato. Con serietà.