Di cosa parleremo, in spiaggia, quest’estate? Prepariamoci a un agosto rovente. Ci sarà da litigare, temo, e sono almeno due le categorie di persone con cui dovremo confrontarci. Non i mujaheddin in gialloverde, gli innamorati ciechi dell’attuale governo: con loro non vale nemmeno la pena discutere, è meglio starne alla larga (ah, sei per il cambiamento? E io cambio ombrellone). Personalmente mi auguro di incontrarne il meno possibile. Parlo di due categorie più affini a noi, gente che non ha la bava alla bocca contro i barconi, gli eurocrati e le zecche comuniste, che legge i giornali e perfino qualche libro, e a tavola non rutta e sa usare le posate. Sono quelli che io chiamo “liberali per Salvini” e “democratici per Casaleggio”. I primi sono borghesi mondani, spesso imprenditori o manager, che considerano il capo della Lega una tigre addomesticabile, e in prospettiva meno dannosa per l’economia dei suoi alleati cinquestelle. I secondi, invece, sono quelli che votano Pd sempre più controvoglia perché non sarebbe abbastanza schierato “a sinistra” e che vedono nei grillini dei potenziali alleati per fermare il ducetto con la felpa. Anzi, dei transfughi della sinistra, dei “compagni che sbagliano” da riportare sulla retta via.
Se vi capitasse di incocciare in uno di loro, vi suggerisco due semplici domande e un facile questionario da sottoporre all’una o all’altra categoria.
2) Liberali per Salvini: “Cosa sei disposto ad accettare in cambio della flat tax, di un condono fiscale, o di un cantiere sbloccato?”.
- Un vicepremier legato a Putin che isola l’Italia in Europa e la vuole portare fuori dall’euro.
- Un ministro dell’ Interno che invece di proteggere i cittadini sta tutto il giorno sui social a fomentare l’odio contro stranieri, immigrati, gay e famiglie arcobaleno.
- Bavaglio ai giornalisti scomodi, Rai ridotta a emittente di regime
- Sanzioni ai magistrati troppo teneri con le Ong, o che indagano su membri del governo.
- Reato di salvataggio in mare e sequestro delle navi che trasportano i migranti.
- Chiusura dei centri di prima accoglienza, con conseguente aumento dei clandestini.
- Più armi per tutti, con conseguente aumento dei casi di pallottole vaganti che uccidono degli innocenti.
- In futuro, che so, ripristino della tortura e della pena di morte.
Vediamo dove mettono le crocette. E fino a che punto sono disposti a barattare il conto in banca con la civiltà umana. Potreste anche consigliargli due letture istruttive: I demoni di Salvini di Claudio Gatti (Chiarelettere), un’inchiesta terribile e illuminante sulle infiltrazioni postnaziste nella Lega e sulle origini della connection con Mosca. E Come sfasciare un paese in sette mosse di Ece Temelkuran (Bollati Boringhieri), dove la Turchia del tiranno Erdogan diventa l’orizzonte possibile delle democrazie intossicate dal populismo.
2) Democratici per Casaleggio: “Cosa condividi della filosofia dei Cinquestelle e del loro programma? Quali valori senti di avere in comune con loro?“
- Il superamento della democrazia liberale e il mito della democrazia diretta (modello piattaforma Rousseau).
- Il taglio a casaccio del numero dei parlamentari, il referendum propositivo e altre riforme costituzionali improvvisate, scoordinate e non sottoposte a referendum.
- L’abolizione della prescrizione e degli arresti domiciliari
- Un reddito di cittadinanza pasticciato, che alimenta abusi e lavoro nero.
- Il No alla Tav.
- Il No agli inceneritori, con la Roma di Virginia Raggi sommersa dai rifiuti.
- L’ambiguità sui vaccini e l’ostilità verso la scienza, con aperture a terrapiattisti e negazionisti dello sbarco lunare.
- Il disprezzo per le competenze e la professionalità.
- L’appoggio al regime di Maduro in Venezuela.
- Il sostegno al movimento francese dei gilet gialli.
- Il voto a favore di Salvini sul caso Diciotti e la sostanziale convergenza con la Lega sui temi dell’immigrazione e sul decreto sicurezza.
Letture consigliate: L’esperimento e L’esecuzione di Jacopo Iacoboni (Laterza) e Il sistema Casaleggio di Nicola Biondo e Marco Canestrari, che mostrano come i Cinquestelle non siano un movimento democratico nato dal basso, ma un’organizzazione eterodiretta da un’azienda privata. E anche a loro il libro di Temelkuran, che va sempre bene.
Non riuscirete a dissuadere i vostri amici, del primo e del secondo tipo, ma forse qualche dubbio glielo farete venire: che dei populisti non si può essere alleati o stampelle di comodo, ma solo avversari. E che per salvare l’Italia dal baratro, per costruire un’alternativa al governo gialloverde non servono pateracchi, ma una nuova offerta politica. C’è almeno un terzo dell’elettorato che nei sondaggi non si esprime, perché non si riconosce in nessuna delle sigle esistenti, e che magari sarebbe disposto a votare per qualcosa di diverso che ancora non c’è. Tipo una formazione liberaldemocratica ed europeista, o l’ambientalismo pragmatico dei Grünen tedeschi. Non abbiamo molto tempo davanti, ma la partita è ancora aperta.
Bellissimo pezzo. Condivido totalmente. Mi permetto, inelegantemente, lo capisco, di segnalare anche un mio libro come coerente col messaggio: Le persone non sono il popolo.