Se Pau è il balcone sui Pirenei, Gap lo è sulle Alpi: due città che sono entrate nella storia del Tour. Gap è stata spesso sede di arrivo di tappe decisive e anche di belle vittorie italiane come quella di ieri per distacco di Matteo Trentin. Mercoledì Gap non ha inciso sulla classifica rimasta immutata con il gruppo dei big arrivato a quasi 20 minuti dai primi.
Prima della passerella finale di Parigi restano solo i tre giorni di fuoco sulle Alpi che decideranno chi vincerà il Tour più aperto e meno blindato degli ultimi anni. Già stasera, giovedì, al termine di una tappa che richiama gesta da leggenda con tre colli “hors catégorie”- Vars, Izoard e Galibier – si attendono indicazioni probanti in zona podio e dintorni. Senza un padrone come lo è stato per anni Froome, lo si diceva fin dalla vigilia a Bruxelles che sarebbe stata una Grande Boucle più ricca di sorprese.
Thomas è un buonissimo corridore ma non vale Froome. Bernal, il suo compagno alla Ineos, è uno dei più forti scalatori in circolazione ma è appena sbocciato nel grande ciclismo. Super favoriti alla partenza da Bruxelles, si trovano oggi ad affrontare le Alpi non più tali dopo un Tour in cui Thomas s’é dimostrato inferiore a quello dell’anno scorso, con la battuta a vuoto nel finale del Tourmalet che ha lasciato dubbi sul suo stato di forma. Quanto a Bernal, penalizzato dalla crono di Pau corsa sotto tono, si è difeso bene in montagna ma non ha mai preso un’iniziativa, forse frenato da ordini di scuderia vista la poca brillantezza di Thomas che comunque è secondo a 1’35” dalla maglia gialla.
Se Thomas è stato fin qui sotto le attese, al di là di ogni previsione hanno corso Alaphilippe e Pinot, una coppia che ha più volte scardinato il catenaccio che la Ineos (l’ex Team Sky) è solita da anni a imporre al Tour: Alaphilippe non solo ha vinto sul terreno a lui preferito, ma ha sorprendentemente battuto tutti nella crono di Pau ed si è difeso come un leone sul Tourmalet.
Due settimane vissute in maglia gialla, mostrando una dimensione e uno spessore che ne fanno uno dei grandi del momento. Ma quando tutti dopo il Tourmalet lo davano come il più probabile vincente di questo Tour ecco che è arrivata la prima crisi negli ultimi due km dell’ascesa al Prat d’Albis. Solo senza più al fianco un compagno di squadra (perché Eric Mas, lo scalatore della Deceuninck Quick Step, era scoppiato già sul Soulor) Alaphilippe ha mostrato le prime crepe. Ha salvato la maglia gialla ma tutti i rivali più pericolosi si sono avvicinati in classifica.
Per sua fortuna le Alpi sono arrivate dopo una giornata di riposo e due tappe abbastanza facili in cui spera di aver recuperato un po’ di energie. Ma oggi con tre colli da scalare oltre i 2mila non sarà semplice per Alaphilippe. E il candidato più gettonato per strappargli il simbolo del primato, più che Thomas o Bernal, è un altro transalpino, Thibaut Pinot, il corridore sul quale da anni i francesi contano per riconquistare il Tour. Un sogno rimasto tale per anni perché Pinot, anche se ha messo il suo sigillo sull’Alpe d’Huez quattro anni fa, ha più deluso che convinto nei Tour fin qui corsi, come del resto Romain Bardet. Ma quest’anno il capitano della Groupama Fdj si sta dimostrando come il più forte scalatore presente al Tour, capace di scatti che fanno male alla concorrenza.
Dominatore sul Tourmalet e secondo dietro Simon Yates al Prat d’Albis, Pinot – senza più cronometro all’orizzonte- ha a sua disposizione tre tappe sulle Alpi per dimostrare tutta la sua superiorità e conquistare il Tour 34 anni dopo l’ultima volta di Bernard Hinault nel 1985.Pinot si presenta all’attacco delle Alpi, nella tappa di giovedì che da Embrun arriva a Valloire, al quarto posto in classifica a 1’50” da Alaphilippe, preceduto per tre secondi dall’olandese Steven Krujiswjick che al pari del tedesco Emanuel Buchmann (sesto a 2’14”) sta correndo un ottimo Tour senza mai dare nell’occhio.
La top ten si completa con Bernal quinto a 2’14”, Landa settimo a 4’54”, Valverde ottavo a 5 minuti, Uran nono a 5’33” e Porte decimo a 6’30”.Il primo degli italiani é sempre Fabio Aru, 17esimo a 14’15”. A risollevare il morale del pedale azzurro, è arrivata a Gap una bella vittoria per distacco di Matteo Trentin. Per il campione europeo è il terzo successo al Tour dopo quelli a Lyon nel 2013 e a Nancy l’anno successivo nell’edizione dominata da Vincenzo Nibali.