Come da tradizione arriva su FIRST Arte il racconto della domenica. Questa settimana troviamo un racconto di Mirko Tondi, scrittore fiorentino, classe 77, che ha ricevuto una menzione speciale al premio Troisi (2005), pubblicato poesie e racconti in volumi antologici (tra cui un racconto per i Gialli Mondadori, 2010), alcuni romanzi che ama definire “sperimentali” senza sapere se sia effettivamente così.
“2001 Odissea nel megastore” sembra un flusso di coscienza che arriva poi a sfociare nel fantastico. Un racconto in prima persona di un uomo rimasto chiuso in un megastore che, dopo che le saracinesche si sono abbassate e i lucchetti sono stati chiusi, prende un tè con Oscar Wilde (alla macchinetta), conversa sulla vita col protagonista di Casablanca per poi farsi cullare dalle voci di Elvis e Frank (Sinatra), andarsi a impicciare in una conversazione tra Orson Welles, Alfred Hitchcock, Billy Wilder e Stanley Kubrick, sperando di fare bella figura sfoggiando una decente cultura cinematografica.
Non so dirvi come questa storia sia cominciata, proprio non ricordo come ci sono finito dentro. Ma forse non ha nemmeno importanza, perché i preamboli spesso sono inutili e servono solo a guadagnare tempo. Quello che interessa davvero è il succo, il prezioso distillato che si ricava quando si elimina tutto quello che fa da contorno, poche gocce che se le vedi raccolte tra due mani ti viene da pensare a quanto poco ci rimane della vita una volta che hai tolto i grumi e scremato e filtrato e roba così, insomma mica ci rimane tanto se levi il superfluo. Per farla breve, siamo giunti al momento in cui si fa strada sul volto quell’espressione ebete che compare meccanica, senza controllo, mentre guardi un film e ti dici “ecco, ora sì che è successo qualcosa”.
Incipit di “2001 Odissea nel megastore”