Inizia bene la stagione delle trimestrali americane. Citigroup, il primo fra i giganti di Wall Street a pubblicare i conti, manda in archivio il periodo aprile-giugno con utili e ricavi migliori delle attese.
Nel dettaglio, la banca ha chiuso il secondo trimestre con profitti per 4,799 miliardi di dollari (1,95 dollari per azione), in aumento del 7% rispetto ai 4,49 miliardi (1,63 dollari per azione) registrati nello stesso periodo del 2018. Gli analisti attendevano un utile di 1,81 dollari per azione.
Quanto al fatturato, è cresciuto del 2%, a 18,758 miliardi, anche grazie a un guadagno al lordo delle tasse per 350 milioni collegato all’investimento in Tradeweb, la piattaforma di trading di bond e derivati che si è quotata ad aprile. Ha inciso positivamente anche il buon andamento dell’area global consumer banking, che ha bilanciato il rallentamento dei ricavi dell’investment banking, del reddito fisso e dell’azionario. Le stime del mercato non si spingevano oltre i 18,5 miliardi.
“Abbiamo attraversato con successo un periodo incerto, mettendo in atto la nostra strategia e mantenendo un atteggiamento disciplinato sulle spese, il credito e la gestione del rischio – ha commentato l’amministratore delegato Michael Corbat – il ritorno sugli asset è salito di 97 punti base”.
Il fatturato generato dal trading è salito del 4% a 4,11 miliardi di dollari, nonostante la bassa volatilità del mercato e l’attesa di un imminente taglio dei tassi da parte della Federal Reserve.
Il giro d’affari della divisione di consumer banking globale è aumentato del 3% a 8,51 miliardi.
Sul versante dei costi, le spese sono diminuite del 2%, a 10,5 miliardi, grazie a risparmi legati a un efficientamento delle attività (nei mesi scorsi l’amministratore delegato Michael Corbat aveva stimato che gli investimenti in tecnologia avrebbero generato efficienze per circa 500 milioni all’anno).
Il costo del credito è aumentato del 16% a 2,1 miliardi, sulla scia di un aumento dei volumi. Gli accantonamenti contro future perdite sul credito sono stati pari a 12,5 miliardi, l’1,82% dei prestiti totali, contro i 12,1 miliardi, l’1,81% dei prestiti, dello stesso periodo dell’anno scorso.
Alla fine del secondo trimestre i prestiti erano pari a 689 miliardi (+3%), mentre i depositi toccavano quota mille miliardi (+5%).
Dal punto di vista patrimoniale, il book value per azione e il tangible book value per azione erano rispettivamente pari a 79,4 dollari e 67,64 dollari, entrambi in aumento del 10% rispetto all’anno scorso, mentre il rapporto capitale Cet1 è rimasto invariato all’11,9%. Citigroup inoltre ha riacquistato 54 milioni di azioni ordinarie e ha restituito agli azionisti capitale per 4,6 miliardi di dollari sotto forma di buyback e dividendi.