Bankitalia taglia le previsioni sulla crescita per quest’anno, ma le alza per il prossimo biennio. Secondo l’ultimo Bollettino economico di Via Nazionale, nel 2019 il Pil dovrebbe segnare solo un +0,1% (a giugno era previsto un +0,3%), per poi accelerare a +0,8% nel 2020 (da +0,7%) e a +1% nel 2021 (da +0,9%). Nel confronto “con il quadro previsivo pubblicato nel bollettino economico di gennaio, la crescita del Pil è ora più bassa di 0,6 punti percentuali nel complesso del 2019-2021”, si legge nel rapporto.
“Il quadro – spiega la Banca di’Italia – è caratterizzato da un rallentamento degli investimenti, in linea con quanto segnalato dalle nostre indagini presso le imprese e con il progressivo aumento dei costi di finanziamento. Le esportazioni risentirebbero della decelerazione del commercio mondiale. Le aziende italiane manterrebbero tuttavia le proprie quote di mercato”.
A partire dalla seconda metà del 2019, “l’attività recupererebbe gradualmente – si legge ancora nel bollettino – soprattutto grazie alla spesa delle famiglie e alle esportazioni. L’inflazione scenderebbe allo 0,7% nel 2019, per poi rafforzarsi progressivamente per effetto del graduale recupero della dinamica della componente di fondo”.
STOP RIPRESA, PIL SECONDO TRIMESTRE FERMO O NEGATIVO
Bankitalia però sottolinea che, dopo la recessione tecnica della seconda metà del 2018 e “dopo il modesto aumento nei primi tre mesi del 2019 (+0,1%), in primavera l’attività economica sarebbe rimasta stazionaria o leggermente diminuita. La debolezza del ciclo industriale, che riflette soprattutto il perdurare delle tensioni commerciali a livello internazionale, sarebbe stata solo in parte controbilanciata dall’andamento favorevole dell’attività nei servizi e nelle costruzioni”.
In particolare, l’indicatore Ita-coin di Bankitalia, “che coglie la dinamica di fondo dell’economia italiana, è diminuito, risentendo delle prospettive incerte del commercio internazionale e della debolezza del ciclo manifatturiero. Quest’ultima ha interessato in particolare l’Italia e la Germania, paesi accomunati da forti legami produttivi e commerciali”.
INCERTEZZA POLITICA DI BILANCIO METTE A RISCHIO LA CRESCITA
Le nuove previsioni della Banca d’Italia per l’economia italiana “sono caratterizzate da rischi orientati al ribasso per la crescita”, legati anche a un possibile aumento dell’incertezza sulla politica di bilancio. “I rischi di origine esterna restano connessi principalmente con le tensioni sulle politiche commerciali – continua il bollettino – qualora queste si espandano o si protraggano, oltre a frenare l’attività economica mondiale e in particolare dei nostri partner europei, potrebbero alimentare nuovi episodi di volatilità finanziaria e riflettersi negativamente sulla propensione a investire delle imprese”.
Sul piano interno, spiega Palazzo Koch, “un accentuarsi dell’incertezza riguardo agli orientamenti della politica di bilancio negli anni successivi a quello in corso potrebbe determinare nuove turbolenze sui mercati finanziari e contribuire al deterioramento della fiducia di famiglie e imprese, con ripercussioni sulla dinamica degli investimenti. Un impulso all’attività economica potrebbe invece derivare dall’avvio di un circolo virtuoso tra aspettative sulla politica di bilancio e condizioni finanziarie”.
MENO PRESTITI ALLE IMPRESE, SEGNALI DI IRRIGIDIMENTO
Infine, Bankitalia segnala che “il credito bancario al settore privato si è leggermente indebolito. La crescita è ancora solida per le famiglie, mentre i finanziamenti alle imprese si sono lievemente contratti. L’aumento dell’onere della provvista obbligazionaria delle banche registrato l’anno scorso si è finora trasmesso in misura contenuta ai tassi d’interesse praticati sui prestiti alla clientela, anche grazie all’elevata liquidità e al miglioramento dei bilanci bancari. Si confermano tuttavia segnali di irrigidimento delle condizioni di accesso al credito per le imprese di minore dimensione”.