Il Ballon d’Alsace dove esplose la voglia feroce di vittoria di Eddy Merckx. La Planche des belles filles sulle cui severe pendenze nel 2012 Chris Froome rivelò al mondo la sua micidiale frullata. Oggi il Tour torna su queste montagne entrate ormai nella storia della maglia gialla per fare il primo autorevole check up ai suoi protagonisti.
È una tappa che non fa respirare: si parte da Mulhouse e si prende subito di petto il Markstein, quindi il Col du Hundruck, poi il Ballon d’Alsace e il Col des Chevrères prima dell’ascesa finale alla Planche de belles filles con l’ultimo km al 20%: è tappa proibitiva per i velocisti, che ieri con Peter Sagan hanno dominato la volata di Colmar davanti a Van Aert e il nostro Trentin.
È montagna vera per scalatori veri come Bernal, Pinot, Landa e Quintana ma anche per un fuoriclasse forte su ogni tracciato come Vincenzo Nibali che ha già qui vinto nel suo indimenticabile Tour del 2014. Non è un caso che quella della Planche des belles filles è la prima tappa che lo Squalo aveva cerchiato in rosso prima della partenza da Bruxelles: “Lassù – aveva detto nella conferenza stampa della vigilia – capirò dove posso arrivare e cosa posso ottenere da questo Tour”.
Sarà un test particolare per Alaphilippe che dovrà difendere la sua maglia gialla su un tracciato che meno gli si addice anche se l’anno scorso fu proprio lui a portare a Parigi la maglia a pois rossi della classifica per scalatori. Nessuno vincerà il Tour in cima alla Planche des belles filles ma stasera in casa Ineos il team manager, Dave Brailsford, potrebbe avere importanti indicazioni per scegliere on the road chi, tra Bernal e Thomas, sarà il leader