A poche ore dall’audizione al Congresso del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, e dalla pubblicazione dei verbali della riunione della Banca centrale, i mercati recuperano un tono più disteso: il taglio dei tassi sarà più modesto di quanto già messo in conto solo pochi giorni fa, ma, secondo un copione ormai consolidato, la Casa Bianca è già in azione per evitare tonfi pericolosi. Non a caso Larry Kudlow, consigliere economico di Trump, ribadisce che i negoziati con Pechino sono già ripresi. Ancor più significativo, il presidente ha intimato ai suoi diplomatici di non appoggiare le proteste di Hong Kong contro la Cina, per non urtare “l’amico Xi”.
In lieve rialzo le Borse cinesi a fronte di un tasso di inflazione piatto, a conferma di una congiuntura incerta. Rimbalza Hong Kong come il Kospi coreano +0,4% mentre si scalda la guerra dei chips tra Seoul e Tokyo dopo la rappresaglia del Giappone contro la richiesta dei danni di guerra per le violenze subite dai coreani tra il 1910 e il 1944.
Poco mossa ieri anche Wall Street: Dow Jones -0,08%, S&P 500 +0,12. Meglio il Nasdaq (+0,54%).
A tirare la volata del listino tecnologico sono state Amazon e Facebook, assieme al boom di Netflix rimbalzo di Apple dopo l tonfo di lunedì. Ma in vista dei dati del trimestre della Mela, il 30 luglio, la maggioranza degli analisti è negativa o neutrale.
Oro a 1.392 dollari l’oncia, in calo dello 0,3%, dal +0,2% di ieri. Il Treasury Note a dieci anni si porta a 2,07%, dieci punti base in più dei livelli raggiunti prima della pubblicazione del dato sull’occupazione Usa.
PETROLIO IN RIALZO, STERLINA AI MINIMI DAL 2017
Petrolio Brent in rialzo dello 0,9% a 64,7 dollari il barile, nell’attesa che vengano confermate le anticipazioni sullo stato delle scorte strategiche degli Stati Uniti, viste in forte calo.
Perde colpi Saipem (-3,2%): Credit Suisse che ha limato il target price sul titolo a 3,9 euro da 4,1 euro. Eni -0,2%. Saras -1,3%. Nel Mediterraneo i margini di raffinazione salgono a 3,1 dollari il barile.
Sul fronte valutario perde colpi il peso messicano dopo le polemiche dimissioni del ministro delle Finanze contro la politica espansiva del presidente. La sterlina è sui minimi degli ultimi due anni, a 1,245 su dollaro: ieri il Parlamento ha votato a favore di un emendamento che rende più complicata l’uscita dall’Europea senza accordi, la via che Boris Johnson, afferma di voler prendere in considerazione.
BASF E DEUTSCHE BANK, DUE SPINE NEL CUORE D’EUROPA
In attesa dell’intervento di Jerome Powell di stasera si moltiplicano in Europa i segnali di cautela. il Sentix Index, l’indice che misura la fiducia sulla base dell’opinione degli investitori in luglio è sceso ancora, portandosi sui minimi dal 2014. L’allarme, quasi una novità, sembra avere per epicentro la Germania, l’area forte dell’Eurozona: continua a soffrire Deutsche Bank, ieri è stata la volta del profit warning di Basf che ha previsto un calo del 30% degli utili.
CORSA AI PORTI SICURI: IL BUND È L’AFFARE DEL SECOLO
Accelera ancora la fuga dal rischio con effetti quasi surreali. Per effetto delle ultime ondate di acquisti, ci sono in Europa 18 bond spazzatura con rendimento negativo, pari al 2% del totale dei bond con rating sotto il livello investment. Del resto, numeri alla mano, Scrive nella sua newsletter Andrea de Gaetano: “Ipotizziamo un investimento di un milione di euro nel Bund 2034. Grasse cedole di 47.500 euro all’anno, con un guadagno in conto capitale oggi di 750.000 euro. Il bond, emesso a 100 nel 2003, oggi quota 175. Tassazione del Titolo di Stato al 12.5% (anziché al 26%)”.
PIAZZA AFFARI -0,41%, I DUBBI DI FITCH
Piazza Affari perde lo 0,41% e scende a 21.886 punti base.
L’Italia ha superato lo scoglio della procedura d’infrazione, ma le tensioni con Bruxelles sono destinate a riemergere a causa delle incertezze sulle politiche di bilancio per il 2020. È la diagnosi di Fitch, alla vigilia della revisione del rating sul debito italiano. “Permangono – si legge nella nota – significative incertezze sulle dimensioni, tempi e natura degli aggiustamenti di bilancio oltre quest’anno”.
Al fondo del plotone c’è Francoforte (-0,86%), zavorrata da Basf (-3,3%), che ha tagliato la guidance sugli utili attesi per il 2019 a causa delle continue tensioni commerciali fra Usa e Cina e del rallentamento della domanda del mercato automobilistico. Deutsche Bank perde un ulteriore 4% dopo il tonfo di lunedì. Parigi -0,31%; Madrid -0,15%. Londra -0,16% dopo la svolta di Jeremy Corbyn sulla Brexit, che schiera ufficialmente il Labour a favore di un secondo referendum. La sterlina arretra sull’euro a 0,8995.
PIOGGIA DI OFFERTE SUL 50 ANNI. OGGI L’ASTA BOT
Grande successo per il Tesoro alla riapertura dell’offerta del Btp a 50 anni. Sono stati collocati 3 miliardi di euro a fronte di richieste del mercato per 17 miliardi.
Il decennale Il Btp si rafforza ad un rendimento di 1,72% di rendimento. Lo spread si restringe a 208 punti base, da 213 di ieri.
Scende anche lo spread con il Bono spagnolo a 131 punti base, sui minimi da marzo.
Stamane andranno all’asta Bot a 12 mesi per 6,5 miliardi. Sul mercato grigio il titolo ieri ha scambiato in chiusura tra -0,057 e -0,065% contro lo 0,069% del collocamento di giugno.
Oggi è anche attesa l’emissione del nuovo Bund decennale tedesco, nell’inedita versione zero coupon, fino a 4 miliardi di euro.
BENETTON IN CAMPO SU ALITALIA, UNICREDIT FA CASSA
Riflettori accesi stamane in Piazza Affari su Atlantia: +0,64%, ieri a quota 23,42 euro in chiusura. Il Cda della società oggi dovrebbe decidere di scendere in campo per Alitalia, presentando un’offerta per l’ingresso nella newco Nuova Alitalia con accluso un assegno di 300 milioni di euro.
In grande movimento ieri Unicredit (+0,32%), che ha venduto tutta la sua quota in Fineco Bank, pari al 18,3% del capitale, attraverso un collocamento lampo avvenuto ieri sera. Le azioni sono passate di mano a 9,85 euro, con uno sconto del 4,4% sui prezzi di chiusura. Unicredit ha comunicato che l’introito di 1,1 miliardi di euro, genera un effetto positivo a livello di Common Equity Tier 1 del terzo trimestre, di 30 punti base.
Fineco, in calo dell’1,89%, ha comunicato in serata che l’agenzia S&P Global Ratings ha assegnato allo strumento Additional Tier 1 (“AT1”), di cui la Banca sta valutando la possibile emissione, un rating pari a BB-.
Tra i finanziari bene Azimut (+2,06%) e Nexi (+1,35%).
IL BOND MEDIOBANCA PREZZATO SOTTO LA PARITÀ
Anche Mediobanca (-0,32%) ha approfittato della tendenza dei tassi al ribasso. Il nuovo bond senior preferred da 500 milioni collocato ieri mattina è stato prezzato sotto la parità: a fronte di una cedola annua dell’1,125%, il rendimento a scadenza è stato fissato all’1,189%.
Debole Intesa Sanpaolo (-0,5%) in attesa della imminente
cessione di 3 miliardi di euro di crediti deteriorati (Unlikely To Pay)
a Prelios.
Generali +0,6%. Goldman Sachs alza il giudizio a Neutral da Sell, target
price a 16 euro da 14,5 euro.
In terreno positivo le utilities: A2A e Snam guadagnano un punto percentuale, Terna (+0,76%).
AUTOMOTIVE IN FRENATA, SCINTILLE SULLE UTILITY
Il profit warning di Basf e della cinese Geely (azionista di Daimler e di Volvo) ha frenato l’intero comparto automotive: Fiat Chrysler -0,7%, Brembo -2,5%, Pirelli -2,4%, Cnh Industrial -3%.
Giglio Group (+12%) miglior titolo di giornata dopo l’accordo per il conferimento di una parte della società alla spagnola Vertice 360.
GLI INCENTIVI DANNO LA CARICA ALLE RINNOVABILI
Fermento sul settore delle rinnovabili dopo la firma del decreto per gli incentivi alle energie rinnovabili, annunciata dal ministero dell’Ambiente. Erg balza del 3,3% e Falck Renewables del 5,51%. Secondo Equita, “gli operatori hanno ora maggiore visibilità sui ritorni per gli impianti in pipeline e maggiori opzioni di sviluppo nei prossimi anni”.
Salini Impregilo +4,5%. Il consiglio di amministrazione della Cassa Depositi e Prestiti si avvia ad analizzare il dossier Progetto Italia, il campione nazionale delle costruzioni
MEDIASET A UN PASSO DAL DIRITTO DI RECESSO
Mediaset cede lo 0,75% a 2,78 euro a un passo da quota 2,77 euro che rappresenta la soglia per esercitare il diritto di recesso da parte dei soci che non intendano partecipare al progetto di creare una holding olandese in cui saranno apportate le attività tv in Italia e Spagna del Biscione. Se Vivendi volesse esercitare il recesso sul 28,8% detenuto direttamente e indirettamente attraverso Simon Fiduciaria l’intera operazione sarebbe a rischio.