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Ambiente: Costa riorganizza il Ministero e prende più poteri

L’ultimo Consiglio dei ministri vara nuove direzioni e concede più competenze in materia di economia circolare e altro. Ma la situazione generale non lascia tranquilli.

Ambiente: Costa riorganizza il Ministero e prende più poteri

È andata come volevano. L’ultimo Consiglio dei ministri ha approvato un regolamento di organizzazione del ministero dell’Ambiente. Il ministro Sergio Costa ha voluto dare più efficacia ai suoi già ampi poteri e marcare la sua permanenza al governo in direzione dell’economia circolare. Sani propositi, da mettere tuttavia in conto ad un esecutivo che cambia spesso linea e litiga al suo interno. In fatto di ambiente basterebbe ricordare i tanti annunci sulle discariche e sui siti inquinati per ridimensionare la speranza che qualcosa di buono si combinerà. La situazione generale italiana non lascia tranquilli. Costa due giorni fa è stato nella terra dei fuochi campana a testimoniare che i tumori non calano. 

Nella riorganizzazione al ministero dell’Ambiente è stata creata la Direzione generale per l’economia circolare. Si occuperà della promozione delle politiche per la transizione ecologica e l’economia circolare, della gestione integrata del ciclo dei rifiuti, dei programmi plastic free e rifiuti zero. Avrà da fare anche con l’applicazione dei criteri ambientali minimi (Cam), di rifiuti radioattivi e delle Ogm. “Abbiamo voluto rendere proattiva la mission delle nostre direzioni”, ha detto il Ministro. “Ciò sarà valido da ora e per sempre, un imprimatur che lasceremo per il futuro del ministero e dell’ambiente”. 

Il contesto normativo è quello del decreto legge del 12 luglio 2018 che conteneva, appunto, disposizioni per il riordino delle attribuzioni di alcuni ministeri. L’economia circolare con tutte le sue propaggini, che tanto appeal ha suscitato nel M5S, doveva rientrare in un unico centro di coordinamento e di responsabilità politica. Per la bonifica dei siti inquinati è stata istituita, allora, la Direzione generale per il risanamento ambientale, che si occuperà della bonifica dei siti inquinati d’interesse nazionale (Sin) e del danno ambientale. Perché non rivedere anche altro? E così la Direzione clima ed energia ha preso pure le competenze sull’aria, mentre la Direzione per la crescita sostenibile e la qualità dello sviluppo estende le competenze alle valutazioni d’impatto ambientale e autorizzazioni integrate ambientali (Via, Vas, Aia). Una rivisitazione con risorse umane e professionali che l’area politica del Ministro tenterà di usare per controbilanciare le tante mosse dell’alleato Lega in altri settori. Non è detto che sia un male. Non è scontato che funzionerà.

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