Niente più Fondo Apollo: se si riuscirà a salvare Banca Carige a sei mesi dal suo commissariamento, lo si dovrà solo alle banche e agli azionisti della banca ligure. L’ora della verità scatterà lunedì 24 giugno, quando il Fondo Interbancario, che rappresenta l’intero sistema bancario italiano e che ha margini d’azione maggiore dopo la famosa sentenza Tercas che diede ragione alla Popolare di Bari contro i veti della Commissione europea, boccierà la proposta di intervento del Fondo Apello e dirà che è pronto a fare la sua parte fino a diventare l’azionista di riferimento di Banca Carige.
Accanto al Fondo Interbancario non ci sarà dunque più il Fondo americano ma ci saranno molto probabilmente i principali tra i vecchi soci della banca, e cioè i Malacalza, i Volpi, gli Spinelli, i Mincione e i piccoli azionisti disponibili a mettere mano al portafoglio per il prossimo aumento di capitale, fissato in 630 milioni dall’ultimo piano industriale preparato a febbraio dai Commissari della banca..
Per il Fondo Interbancario il primo impegno per arrivare al salvataggio di Carige con un piano da presentare al più presto alla Bce sarà la conversione del suo bond in nuovo capitale della banca: ne deriverebbero 312 milioni che darebbero il 49% dell’istituto ligure al Fondo che è pronto a salire e che, oltre a quello della Bce, ha poi bisogno del placet e dei nuovi investimenti dei vecchi soci.
Il progetto del Fondo Interbancario è certamente complesso e i passaggi che ancora lo attendono sono numerosi, ma da qualche giorno il pericolo della nazionalizzazione di Banca Carige sembra llontanarsi