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Bagnoli: nuovo rinvio, la bonifica slitta al 2024

Il Ministro per il Sud Barbara Lezzi annuncia la data di completamento dei lavori. In ballo 320 milioni di euro e le promesse mancate del M5S.

Bagnoli: nuovo rinvio, la bonifica slitta al 2024

Fine 2024. Più di 2000 giorni a partire da oggi, festivi compresi. La bonifica dell’ex area industriale di Bagnoli si concluderà entro il 2024. Il Ministro per il Sud, Barbara Lezzi, ha messo il suo sigillo su questa data. Per quel che vale (nulla di personale), viste le tempeste nel governo. E’ convinta che entro quell’anno tutto sarà a posto. Si concluderanno le operazioni di bonifica del grande polo industriale e Napoli diventerà come la California.

Dall’alto della collina di Posillipo in attesa di vedere alberghi, piscine, centri commerciali, vedremo grandi prati verdi lussureggianti e strade nuove di zecca. Cinque anni e mezzo ancora di attesa, pazienza, con il solo intermezzo di marzo 2020 per le bonifica della terraferma. Il mare resta inquinato e pericoloso, salvo attendere i lavori futuri. Avevano detto, i Cinquestelle, che una volta al governo il piano di bonifica sarebbe andato avanti spedito. Ieri si è avuta conferma che alle parole non stanno seguendo i fatti, purtroppo. I fatti veri che tutti aspettano per vedere finalmente rinascere un’area vastissima della città.

Non a caso il ministro i suoi impegni li ha presi davanti ai rappresentanti dei Comitati locali. Il tavolo “occulto” dell’operazione Bagnoli è pieno di 320 milioni di euro che di questi tempi fanno gola a molti imprenditori. Pazientino, anche loro, per cortesia. Voi aspettate da troppo tempo che Bagnoli torni ad essere un luogo di vita, accessibile e fruibile dalla sua comunità e dalla città di Napoli, ha detto Lezzi. 25 anni persi non possono essere recuperati in un anno, certamente, ma i lavori di bonifica saranno conclusi entro il 2024.

Venerdì ci sarà la Conferenza dei servizi per lo stralcio urbanistico del programma di risanamento ambientale e rigenerazione urbanistica: il cosiddetto Praru. Un passaggio utile, altrettanto atteso da chi segue la vicenda. Che si concluda con cose certe e senza intralci. L’operatività di Bagnoli è legata al dissequestro dei terreni inquinati, ai progetti per ridisegnare la vecchia acciaieria ed alle prospettive di reinsediamento e utilizzo delle future strutture. “I lavori richiederanno anni, ma io sono ottimista perché si tratta del tempo necessario per conseguire l’obiettivo finale”, ha commentato ancora Lezzi. 

Con lei all’incontro di Roma erano presenti anche il Commissario straordinario per Bagnoli Francesco Floro Flores , l’Amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri e il sottosegretario all’Ambiente, Salvatore Micillo. Attori di oggi su un set che ne ha visto passare tanti. In un film lungo e complicato , sconfinato ovviamente nella politica trasversale: da De Magistris, a Renzi, a Di Maio, a De Luca, ai Commissari graditi o contestati , alla cabina di regia a Roma, lontana dal set. Lezzi rivendica all’attuale governo di aver rimesso in moto la bonifica. Ma il 2024 non era l’anno entro cui avrebbe visto la luce la nuova Bagnoli? Eravamo pronti.

I lavori di bonifica dovevano partire addirittura un anno fa, mentre siamo ancora qui…Un ping pong mortificante per qualsiasi aspirazione di risanamento ambientale. Per avere una Napoli diversa e moderna sulle macerie di un antico e glorioso insediamento industriale. Quell’aspirazione riposta in un movimento politico che a partire dai meetup pro Bagnoli lasciava credere che ottenuta la delega per la guida del Paese, tutto si sarebbe risolto in quattro e quattr’otto. Poche carte, decisioni rapide, efficienza, vigilanza. Non è andata così. E ieri il Ministro Lezzi, senza dirlo, lo ha ammesso. 

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