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Giro d’Italia: Demare beffa Viviani a Modena

Volata complicata da una caduta che ha tolto di mezzo Ackermann: terzo Ewan – Classifica immutata, con Valerio Conti sempre in maglia rosa – Oggi ancora una tappa per velocisti

Giro d’Italia: Demare beffa Viviani a Modena

Da Ravenna a Modena 140 km tutti piatti che non muovo la classifica ridisegnata dopo la trionfale crono di Primoz Roglic a San Marino, ma lasciano segni profondi e dolori sulla pelle dei corridori finiti nella carambola innescata in vista della volata innescata da Ackermann, con uno scarto che lo fa urtare con Jacub Mareckzo. A ruota franano su di loro una decina di corridori tra cui Tony Gallopin, che già a Pesaro aveva violentemente protestano contro gli organizzatori per i troppi pericoli insiti in ogni arrivo.

Achkermann, che puntava al tris di vittorie, arriva malconcio con la maglia ciclamino strappata e mezza schiena insanguinata. Deve sperare che la botta venga riassorbita per continuare il Giro. Non può nemmeno tagliare il traguardo Matteo Moschetti, uno delle nuove dello sprint italiano che in ogni volata è alla ricerca di uno spicchio di gloria. Resta sull’asfalto, perdendo per qualche minuto anche i sensi. Dalla giuria viene classificato ultimo ma in serata dopo un controllo all’ospedale che ha evidenziato una sublussazione alla spalla ha comunicato il ritiro dal suo primo Giro.

Tutto questo parapiglia da un pezzo sono stati superati tre km all’arrivo: i distacchi vengono tutti neutralizzati ma la caduta provoca una selezione forzata dei partecipanti al rush finale. Non c’è più Ackermann ma ci sono Cale Ewan e Arnaud Démare a contrastare la voglia di vittoria di Elia Viviani, che anche a Modena resta a secco. Questa volta tocca al francese, trionfatore nella Sanremo del 2017, splendidamente pilotato dal suo compagno Jacopo Guarnieri, a infliggere al campione d’Italia un’altra delusione dopo quelle subite da Ackermann a Fucecchio, da Ewan a Pesaro e dalla giuria a Orbetello quando è stato declassato e la vittoria passò a Gaviria.

Le grandi montagne, che non piacciono ai big delle volate, si avvicinano ma a Viviani il Giro gli offre ancora oggi una possibilità di riscatto con la Carpi-Novi Ligure, 221 km tutti piatti come un tavolo da biliardo. La corsa rosa, dopo le terre di Bartali attorno a Fucecchio, si avvicina a quelle di Coppi, per celebrare il centenario della sua nascita e i 70 anni dall’impresa del Campionissimo nella Cuneo-Pinerolo nel Giro del 1949. Pagine di ciclismo indimenticabili e irripetibili.

In attesa che si accenda sulle Alpi la sfida tra Nibali e Roglic, il Giro, che vede sempre Valerio Conti in maglia rosa, ha concesso ancora un po’ di gloria a Sho Hatsuyama, l’unico giapponese rimasto in gara, che ha replicato sulle strade emiliane la fuga tentata verso Orbetello nella terza tappa. Tutte e due fallite, ma ormai Sho è un personaggio al Giro. Il suo nome significa volare, elevarsi. A quasi 30 anni è al suo primo Giro e dice candidamente di non avere mai visto le Alpi. Riuscirà mai a superarle per essere il primo giapponese a concludere un Giro? Anche questa è una bella scommessa possibile per i bookmakers del Giro. g

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