Nelle nozze tra Commerzbank e Deutsche Bank interviene Unicredit. Per ora si tratta solo di un’indiscrezione, ma la notizia rivelata dal Financial Times ha già fatto il giro di tutta Europa.
Secondo il quotidiano britannico, Unicredit si sarebbe “messa in un angolino” a guardare come vanno i negoziati sulla possibile fusione tra Commerzbank e Deutsche Bank sponsorizzata dal Governo tedesco, che in questo contesto interpreta l’insolito ruolo di wedding planner. Nel caso in cui – e non è un’ipotesi remota – quello che in Germania viene considerato il matrimonio dell’anno non dovesse realizzarsi, la banca italiana guidata da Jean Pierre Mustier sarebbe pronta ad approfittarne presentando a sua volta un’offerta multimiliardaria per Commerzbank.
DEUTSCHE BANK-COMMERZBANK: COME VANNO LE TRATTATIVE
Secondo i rumors pubblicati stamattina dal Financial Times e confermati da Reuters, Unicredit avrebbe adottato una strategia attendista. Finché le speranze su un possibile matrimonio tra Commerzbank e Deutsche Bank rimarranno in piedi, l’istituto di piazza Gae Aulenti non ha intenzione di mettersi in mezzo.
Il punto è proprio questo. Le trattative tra le due banche tedesche, scrive Ft, starebbero incontrando alcune difficoltà a causa dell’opposizione dei sindacati – preoccupati per le pesantissime ripercussioni occupazionali del merger derivanti dalla sovrapposizione tra le due realtà che richiederebbe forti dei tagli – e della perplessità delle autorità di vigilanza. Non solo, i vertici degli istituti non sarebbero d’accordo nemmeno sui tempi. Commerz vorrebbe sapere a breve se il negoziato sia destinato a intensificarsi o meno, mentre Deutsche Bank vorrebbe avere più tempo. In mattinata, una fonte vicina alla situazione ha in parte smentito queste “frizioni”, dicendo a Reuters che i colloqui tra Deutsche e Commerz stanno proseguendo bene e che le due banche concordano che, se riusciranno a fare una fusione, lo faranno “in modo appropriato”.
Il settimanale economico tedesco Wirtschaftswoche, nel numero pubblicato oggi, 5 aprile, riferisce che il cda di Commerzbank deciderà il 9 aprile se intensificare le discussioni con Deutsche Bank o ritirarsi dai negoziati. Quest’ultima ha fatto sapere invece che il prossimo 26 aprile effettuerà delle comunicazioni al mercato.
Il Governo tedesco nel frattempo osserva molto da vicino la vicenda, non solo dal punto di vista finanziario – come primo azionista di Commerz – ma anche e soprattutto da quello politico, spingendo per una soluzione interna. Angela Merkel che ha espresso più volte il suo parere favorevole al matrimonio tra le due grandi banche tedesche. A inizio marzo, il ministro delle Finanze Olaf Scholz ha invitato i due colossi a intensificare le trattative allo scopo di creare un campione nazionale ed europeo, ma soprattutto al fine di evitare che qualche “intruso” estero (tipo Unicredit?) possa mettere le mani sul capitale di una delle due banche.
COME STANNO COMMERZ E DEUTSCHE BANK
La speranza è dunque quella di riuscire a superare le difficoltà che entrambe le banche stanno affrontando attraverso un matrimonio che riesca finalmente a creare un colosso solido e stabile in grado di lasciarsi alle spalle i problemi relativi alla reddività, agli alti costi e alle oscillazioni borsistiche che da tempo contraddistinguono entrambe le realtà.
“Mettendo assieme due ragazzi sulle stampelle non si avrà un maratoneta”, ha spiegato all’Agi Markus Kienle di SdK, posizione che riassume le perplessità di molti analisti. Dubbi che tuttavia non si limitano a questo. Steve Hussey (Senior Vice President e Head of Financial Institutions Credit Research di Alliance Bernstein) spiega infatti che allo scopo di superare i problemi relativi alla redditività, aumentare le dimensioni delle banche attraverso una fusione potrebbe essere una soluzione. Tuttavia il matrimonio tra Deutsche e Commerz si tradurrebbe in un “accavallamento” sul mercato interno che renderebbe necessaria la chiusura di molte filiali, con conseguenze occupazionali importanti.
In questo contesto occorre ricordare inoltre che Commerzbank è ancora alle prese con un duro piano di ristrutturazione resosi necessario a causa dell’acquisizione, avvenuta ormai 10 anni fa, di Dresdner Bank. Un’operazione che ha costretto lo Stato Federale a intervenire, entrando nel capitale della banca di cui oggi è primo azionista con una quota del 15%.
Sta ancora peggio Deutsche Bank, impegnata in un piano “di lacrime e sangue” che ha permesso all’istituto di centrare l’utile nel 2018. Un risultato considerato incoraggiante dagli analisti, ma che tuttavia rappresenta un primo passo di un percorso ancora in salita.
L’ IPOTESI UNICREDIT
L’interesse di Unicredit nei confronti di Commerzbank non nasce oggi, ma risale addirittura al 2017, quando dopo i primi approcci, la banca italiana rinunciò a presentare un’offerta ufficiale proprio a causa della posizione del Governo tedesco, da sempre contrario ad accordi bancari transfrontalieri.
Secondo il Financial Times però, Unicredit potrebbe presto tornare alla carica, presentando una proposta volta ad acquisire una partecipazione significativa in Commerzbank per poi fonderla nella propria controllata tedesca HypoVereinsbank. La sede della nuova entità che nascerebbe dalle nozze rimarrebbe in Germania, beneficiando dello status di banca tedesca ai fini del funding, mentre Unicredit resterebbe quotata su listino milanese.
Ci sono però due ostacoli da tenere in considerazione: il primo riguarda sempre la possibile opposizione del Governo tedesco, che potrebbe decidere di mettersi di traverso nonostante il venir meno dell’ipotesi “domestica”, il secondo invece ha a che fare con la posizione finora tenuta dal ceo di Unicredit, Jean Pierre Mustier. L’ad in un’intervista aveva affermato che “non ci può essere un’evoluzione non organica del gruppo per tre-quattro anni, aggiungendo che “con lo scenario attuale è difficile che qualcosa possa accadere in Europa”. Sempre in merito a possibili fusioni cross-border, in un’altra occasione il Ceo di Unicredit aveva dichiarato che nel prossimo futuro hanno basse probabilità di verificarsi e avrebbero senso solo se consentissero di tagliare i costi.
Nel caso in cui si arrivasse davvero ad un’offerta, occorre considerare inoltre che Unicredit potrebbe avere temibili contendenti, colossi del calibro di Ing, Bnp Paribas e Santander.
UNICREDIT-COMMERZ: COSA PENSANO GLI ANALISTI DELLE POSSIBILI NOZZE
Scettici gli esperti di Jefferies, secondo cui “sebbene nulla possa essere escluso, continuiamo a vedere basse probabilità di successo per M&A cross border a larga scala a causa dei rischi di esecuzione e del contesto regolatorio non favorevole”.
Mediobanca Securities sostiene invece che una fusione tra Commerzbank e Unicredit sarebbe “teoricamente plausibile” ma “praticamente irrealizzabile”. Nonostante ciò, “probabilmente – continuano gli analisti – da un punto di vista industriale un accordo Unicredit-Commerz potrebbe avere più senso che viceversa Deutsche Bank-Commerzbank, dato il maggiore business e la combinazione geografica Commerzbank-Hvb”.
Equita sottolinea invece che “Commerzbank ha una redditività che è metà di quella di Unicredit, il rischio di esecuzione dell’integrazione supererebbe i benefici di eventuali sinergie da costo”. Non solo, “un aumento dimensionale si tradurrebbe” per il gruppo italiano in “minori chances di vedere ridotti i buffer di capitale”.
Possibilisti gli esperti di Banca Imi che invece non escludono che il nuovo piano che Unicredit presenter il 3 dicembre possa contemplare “la possibilità di valutare opportunità cross-border con l’obiettivo di rafforzare la presenza paneuropea del gruppo”.