Il primo trimestre sui mercati è stato sorprendente sotto molti aspetti. Il rallentamento dell’economia che già aveva colpito Europa e Asia nella seconda parte dell’anno scorso si è esteso agli Stati Uniti, ma allo stesso tempo c’è stato un formidabile rialzo delle Borse. Come si spiega questa apparente contraddizione? Secondo Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos, le ragioni sono due: il rimbalzo tecnico dopo “la fortissima caduta, in buona parte ingiustificata, registrata nel quarto trimestre 2018” e il “cambiamento di strategia operato dalla Federal Reserve”, che “fino a ottobre si orientava verso una politica restrittiva”, ma nell’arco di tre mesi ha virato verso una linea diversa: se non proprio espansiva, comunque “di forte supporto all’economia e ai mercati”.
Ma oltre a quella fra ciclo economico e andamento azionario rimane da spiegare anche un’altra contraddizione. “Da una parte c’è il rialzo dei mercati obbligazionari, che indicherebbe una preoccupazione per il rallentamento delle economie e potrebbe addirittura prefigurare il rischio di una recessione – sottolinea Fugnoli nell’ultimo episodio della video rubrica “Al quarto piano” – dall’altra l’esuberanza dei mercati azionari, che si comportano come se fossimo in una fase di espansione vivace”.
In realtà – spiega l’analista – se andiamo a scomporre i fattori di questo rialzo azionario “vediamo che rispetto a un anno fa le Borse sono leggermente più alte e gli utili si profilano leggermente più bassi, ma allo stesso tempo i tassi d’interesse a 10 anni, che sono il parametro col quale i mercati azionari si confrontano, sono più bassi di 30-40 centesimi. Questo significa che i multipli azionari possono espandersi, portando rialzi più significativi rispetto all’anno scorso”.
Nel frattempo, la politica di maggior sostegno inaugurata dalla Fed è stata imitata anche dalla Bce, dalla Banca del Giappone e dalle autorità politiche e monetarie cinesi. “Ciò dovrebbe permettere ai mercati azionari e obbligazionari di tenere bene nel prossimo periodo – continua Fugnoli – anche perché la liquidità in circolazione è ancora abbondante e il drenaggio di risorse da parte della Fed sarà sospeso molto prima del previsto”.
Quindi cosa c’è da aspettarsi per i prossimi mesi? “Dovremmo vedere mercati che procedono a una velocità decisamente inferiore a quella del primo trimestre – conclude lo strategist di Kairos – Tuttavia, l’andamento sarà comunque tranquillo e moderatamente orientato al rialzo: una certa dose di volatilità è possibile, ma niente di drammatico. Maggiori di difficoltà potrebbero emergere alla fine dell’anno, quando i mercati volgeranno lo sguardo al 2020 e si accorgeranno dell’incertezza politica in arrivo, in particolare negli Stati Uniti”.