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La Cina spinge le Borse, Saipem vola, bene Fca

La crescita del colosso asiatico galvanizza i listini europei – A Milano Unicredit beneficia della promozione di Goldman Sachs – Telecom Italia in calo dopo l’assemblea di venerdì scorso e la tregua armata tra i soci – Spread in rialzo

La Cina spinge le Borse, Saipem vola, bene Fca

Anche in Europa, come in Asia, il trimestre dei mercati si apre all’insegna del rialzo, anche se gli acquisti, nel corso della mattina, perdono parte della forza iniziale. Al rally partecipa Milano +0,4% attorno a 21.400 punti nonostante nuovi segnali negativi in arrivo dalla congiuntura: il tasso di disoccupazione è salito dal 10,6 al 10,7%. C’è il rischio, segnala banca Intesa, che si possa “interrompere il ciclo di miglioramenti degli ultimi anni”.

L’indice Pmi manifatturiero italiano di marzo è sceso per il sesto mese consecutivo a 47,4 punti base. Più brillanti gli altri listini dell’Eurozona, nonostante la frenata dei dati Pmi (da 49,3 a 47,6). Guida la corsa Francoforte +1% davanti a Parigi +0,5%. Positive Madrid +0,5% e Londra +0,6%. In forte crescita +1,4% l’attività manifatturiera del Regno Unito: le aziende fanno scorte in vista della Brexit. L’euro (1,123 contro il dollaro) è in calo dello 0,2% nei confronti della sterlina.

A sostenere i mercati, oltre ai buoni dati in arrivo dalla Cina, c’è la convinzione che i dati deludenti dell’Eurozona possano spingere la Bce ad accelerare i tempi dell’adozione di stimoli monetari. A rendere più urgente la decisione è il crollo della Germania: 44,1. Secondo il capo economista di Markit Chris Williamson, “i nuovi ordini si sono contratti ad un tasso mai osservato dal 2012 e anche le previsioni sulla produzione dell’anno prossimo risultano essere le peggiori da allora”.

Sul mercato obbligazionario recupera la carta italiana: lo spread sul tratto decennale si conferma a 259 punti (contro 256 in apertura). rispetto alla precedente chiusura. Il tasso del decennale di riferimento scambia a 2,511% da 2,48% della chiusura di venerdì. Con il nuovo benchmark adottato dalla piattaforma Mts, il differenziale supera però i 270 punti.

Il petrolio Brent, stanotte in ribasso dello 0,5%, ha invertito la rotta e guadagna lo 0,9% a 68,2 dollari il barile, dal +2% della scorsa settimana. Si susseguono le fiammate sui titoli del settore. Saipem sale del 2,88% a 4,85 euro sull’onda delle attese per la cessione delle attività di perforazione, rilanciata da Bloomberg. La doppia operazione (onshore e offshore) può valere 2-2,2 miliardi (fino al doppio per Banca Imi), che andrebbero a coprire il debito netto di 1,16 miliardi. La settimana scorsa Goldman ha indicato un target a 6 euro. Avanza anche Eni +0,15%, che ha ceduto alcune attività in Norvegia. Corre pure Tenaris +1,88% a 12,7 euro. Un analista, che ha un target a 15,5, ritiene che l’acquisizione di Ipsco in Usa porterà grossi benefici alla società del gruppo Rocca.

In Piazza Affari si ridimensiona il rialzo iniziale di Fiat Chrysler +0,6% da +2% nelle prime battute sotto la spinta delle anticipazioni su un’intesa di carattere industriale con Peugeot confermata da Carlos Tavares. Il Financial Times, che ha dedicato a John Elkann il ritratto della settimana, sostiene che “alcuni si aspettano una serie di accordi di condivisione di piattaforme con i concorrenti e, alla fine, una fusione”. Salgono anche Ferrari +0,88% e Pirelli +0,6%.

Tra gli industriali spicca il recupero di Stmicroelectronics +3,2%. Frena invece Prysmian -1,3% tagliato a neutral da Goldman Sachs.

La ripresa della Cina dà ossigeno al lusso: Ferragamo +1,57%. Moncler +1,56%.

In evidenza anche Buzzi +1,7%.  Stamattina Deutsche Bank ha alzato il target price a 21,5 euro da 21 euro.

Unicredit +2,5% entra nella lista dei favoriti di Goldman Sachs.

Alla vigilia di una settimana ricca di appuntamenti assembleari per il settore utilities Snam Rete Gas perde lo 0,6%: sono state pubblicate le line guida definitive sulle tariffe relativa al trasporto gas, per il periodo 2020-2023.

Frena Terna -1,45%. L’Italia deve più che raddoppiare la sua capacità di immagazzinamento dell’energia elettrica nei prossimi dieci anni, per adeguarsi al boom delle rinnovabili e ridurre l’uso dei combustibili fossili, lo dice L’amministratore delegato della società del trasporto e del dispacciamento dell’energia elettrica, Luigi Ferraris, in un’intervista a Bloomberg. Sei Gigawatt di capacità addizionale di stoccaggio, sono necessari entro il 2030: oggi siamo a 4,8 Giga, per buona parte, riferibili all’idroelettrico.

In ribasso anche Telecom Italia (-1,5%) e Italgas (-1,38%).

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