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Borse giù con la manifattura tedesca, banche nel mirino

I listini europei invertono la rotta dopo il nuovo stop dell’industria – Il Bund torna a tasso zero – In evidenza le utility Hera e A2A, tiene Enel – Acquisti su Diasorin – Bene Stm.

Borse giù con la manifattura tedesca, banche nel mirino

Germania Kaputt. La frenata della congiuntura economica di Berlino ha provocato un’ondata di vendite sui mercati. Piazza Affari a fine mattinata cede lo 0,9% poco sopra 21.150. In rosso anche Parigi e Madrid in ribasso dello 0,8%. Tiene meglio, per paradosso, Francoforte, che lascia sul terreno lo 0,4%. La Borsa del Regno Unito arretra di un punto percentuale, a fronte di una timida ripresa della sterlina sull’euro. La moneta unica perde colpi anche sul dollaro a 1,1309 dopo i dati sugli indici Pmi che hanno fornito un’eloquente conferma del rallentamento della prima economia del Vecchio Continente. 

L‘indice Pmi flash composito tedesco si è fermato a 51,5 a marzo, il minimo da giugno 2013: la caduta è imputabile principalmente al settore manifatturiero il cui indice si è attestato a 44,7, al di sotto della soglia di 50 che divide la crescita dalla contrazioneInoltre, ha avvertito il capo economista di Ihs Markit Chris Williamson, “gli indici che anticipano le tendenze, quali quello dell’ottimismo e del lavoro inevaso, suggeriscono che nel secondo trimestre la crescita europea potrebbe indebolirsi ancora di più”. L’indice, per effetto dell’ottavo calo consecutivo, scende sui minimi degli ultimi sei anni e mezzo.

La corsa alla protezione, sul mercato secondario delle obbligazioni, spinge il rendimento del Bund a dieci anni a zero, come non succedeva da ottobre 2016. Il Btp invece si indebolisce a 2,52%, da 2,47% di ieri.
Il tasso del Btp a 2 anni è a 0,812% dopo un’apertura in area 0,78% e un minimo intraday a 0,72%; il tasso del titolo trentennale è a 3,529% dopo un’apertura in area 3,54% e un minimo intraday a 3,5%. Lo spread tra Btp e Bund decennali ha toccato quota 253 punti base dopo aver aperto a 241, in una seduta dai volumi sottili. 

“Il mercato vede questi dati Pmi come un rischio serio per il debito italiano”, commenta un trader intervistato da Reuter. “Dati macro recessivi non aiutano decisamente un Paese in cui si spendono soldi a pioggia. Il mercato lo prezza immediatamente, infatti è colpita anche la parte breve che non dovrebbe avere alcun rischio, come abbiamo già visto la scorsa primavera-estate”. Il petrolio Brent tratta a 67,1 dollari il barile, in calo dell’1%. In forte ribasso Saipem -4%. 

Il cambio di umori sul mercato obbligazionario e relativo rimbalzo dello spread pesa sul comparto bancario:Unicredit -4,3%,Ubi Banca -3%. Intesa Sanpaolo -3,5%. Credit Suisse ha avviato la copertura di Intesa con un rating underperform e un target price a 1,8 euro e di Unicredit con neutral (target a 13,3 euro). Rallenta anche Poste italiane -0,7%, che in avvio aveva consolidato il recente record con un incremento dell’1,3%. 

Si mantiene vicina ai massimi Enel -0,36%, sui massimi da dieci anni, ha pubblicato ieri sera i dati definitivi del quarto trimestre 2018. L’utile netto rettificato si è attestato a 1,17 miliardi di euro, debito a 41,1 miliardi di euro. La società conferma i target del 2019 e propone un dividendo di 0,28 euro. I dati sono all’incirca in linea con le previsioni.  

Ancora su Stmicroelectronics +0,6%, nella scia dell’indice Sox dei produttori di chip, salito, con il +3,5% di ieri, in prossimità dei massimi della storia. Positiva anche Tim +1%. Da segnalare Diasorin +1%: Berenberg ha alzato il target a 100 euro. In calo invece Salini -1% dopo il taglio del rating da parte di S&P. Exor -1,5% ha investito circa mezzo miliardo di euro nei metalli preziosi, acquisendo quote in alcune aziende del settore. 

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