Torna la tensione sui bond italiani. In mattinata lo spread Btp decennale italiano e il pari scadenza tedesco si è allargato sopra la soglia dei 250 punti base, toccando i 253 punti dopo aver aperto in zona 241 punti. Il dato è il più alto dall’8 febbraio scorso, quando il differenziale con il Bund sfiorò pericolosamente quota 290, uno dei valori maggiori da quando si è insediato il nuovo governo gialloverde, anche se il record rimangono i 326 punti base del 20 novembre 2018. La notizia è però un’altra: i dati negativi sulla manifattura europea, ai minimi da sei anni, stanno portando vendite sui bond italiani ma contemporaneamente acquisti sul Bund tedesco, che così torna a rendimento zero per la prima volta da ottobre 2016. Il rendimento del Btp benchmark decennale italiano è dunque risalito al 2,53%, dal 2,45% del closing di ieri.
L’indice Pmi manifatturiero dell’Eurozona invece è sceso a marzo a 47,6 da 52,8 di febbraio e sotto le attese che lo vedevano a 49,5. Si tratta del minimo da sei anni. Lo comunica IHS Markit aggiungendo che anche l’indicatore relativo ai servizi segna un rallentamento, scendendo a 52,7 da 52,8 (era previsto a 52,6), mentre l’indice composito scende a 51,3 da 51,9 di febbraio ed era atteso al 51,8.
Nel frattempo a gennaio, secondo le indicazioni della Banca d’Italia ricavate dalle statistiche sulla bilancia dei pagamenti, gli investitori esteri hanno effettuato acquisti di titoli di portafoglio italiani per 23,4 miliardi (di cui 21,8 hanno riguardato titoli pubblici, in prevalenza Btp) e investimenti diretti in Italia per 2,3 miliardi. “Gli afflussi di capitali dall’estero per l’acquisto di titoli del debito italiano non si registravano dallo scorso mese di luglio”, ha rilevato in una nota la Banca d’Italia, registrando dunque che torna l’appetito per la “carta” italiana da parte degli investitori esteri