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Brexit: assicurazioni UK in Italia via dopo 18 mesi, banche salve

Il Governo vara un decreto che prevede (in caso di hard Brexit) un periodo transitorio di 18 mesi durante i quali le società britanniche potranno continuare a operare in Italia – Alla fine, però, le assicurazioni dovranno chiudere – Più tutele per le banche (da Barclays a Hsbc, passando per Lloyd’s e altre ancora)

Brexit: assicurazioni UK in Italia via dopo 18 mesi, banche salve

Le assicurazioni britanniche attive in Italia dovranno chiudere i battenti. Lo prevede il decreto messo a punto dal governo per “garantire stabilità e integrità al sistema finanziario” in caso di no deal Brexit, ovvero di uscita dal Regno Unito dall’Unione europea senza accordo. Il provvedimento, secondo fonti di governo, sarebbe stato approvato in via definitiva mercoledì: l’obiettivo è inviare il decreto al Quirinale per la firma per permettere la pubblicazione in Gazzetta ufficiale già sabato.

Stando alle ultime bozze circolate, nell’eventualità di un distacco senza intese fra Londra e Bruxelles, le compagnie assicurative britanniche saranno cancellate dall’elenco dell’Ivass, l’istituto di vigilanza sulle assicurazioni.

Dal giorno in cui scatterà la Brexit (il 29 marzo, salvo accordi in extremis per un rinvio), inizierà un periodo transitorio di 18 mesi durante i quali le assicurazioni britanniche potranno continuare a svolgere le proprie attività, ma senza sottoscrivere nuovi contratti né rinnovare quelli esistenti. Il decreto prevede che le società interessate potranno solo chiudere “i rapporti già in essere, nel più breve tempo possibile”, per evitare “pregiudizio ai clienti”.

La questione non è da poco. Secondo l’Ivass, sono 9,7 milioni le persone assicurate in Italia con compagnie britanniche e ogni anno pagano premi per 1,7 miliardi di euro. In tutto, le assicurazioni attive nel nostro Paese ma con sede in Gran Bretagna sono 53, di cui 47 operano nel settore danni. Tra i nomi più noti ci sono Lloyd’s Assicurazioni, Stonebridge International Insurance e Admiral Insurance.

Diverso il discorso per Aviva: il gruppo ha la casa madre inglese, ma Aviva Italia Holding e le sue controllate (Aviva spa, Aviva Life spa, Aviva Vita spa e Aviva Italia spa) sono società al 100% italiane, per cui Brexit non ha impatti sui clienti di Aviva nel nostro Paese.

[Per maggiori informazioni sulle compagnie assicurative è possibile rivolgersi al Contact Center dell’Ivass].

Il periodo transitorio di 18 mesi varrà anche per le banche del Regno Unito attive in Italia (e per le italiane attive in UK), molte delle quali partecipano alle aste di Bot e Btp. Il decreto precisa che in questa fase di transizione gli istituti potranno continuare a svolgere tutte le loro attività “previa notifica alla Banca d’Italia”. Una formalità.

Se però le stesse banche vorranno continuare a operare in Italia anche oltre il periodo transitorio – com’è prevedibile – dovranno chiedere l’autorizzazione entro i sei mesi successivi o costituire un intermediario italiano.

Tra le banche interessate dal provvedimento figurano Barclays, HsbcLloyd’sStandard Chartered Bank e Royal Bank of Scotland.

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